di Mauro Manzin su Il Piccolo del 2 luglio 2009
ROMA Villa Madama a Roma. È la location per gli ospiti di riguardo. Ma tra gli splendidi affreschi dell’edificio, nonostante il pieno accordo raggiunto dal Comitato dei ministri di Italia e Croazia alla sua prima riunione, sui lavori aleggiavano due convitati di pietra: la Slovenia, relativamente al blocco dell’adesione di Zagabria all’Ue per le note diatribe di confine e le dimissioni del premier croato Ivo Sanader, che, di sicuro non cambiano le cose, ma le fa assumere quasi il significato della fine di un ciclo.
Il punto politico principale affrontato dal ministro degli Esteri, Franco Frattini e da quello croato Gordan Jandrokovic è stato quello relativo al veto della Slovenia al proseguio dei negoziati di Zagabria per l’adesione all’Unione europea. «Ribadisco – esordisce Frattini – nel ribadire il forte e concreto appoggio dell’Italia all’ingresso della Croazia nell’Ue. I negoziati vanno ripresi in tempi rapidissimi perché così facendo avremmo esauriti tutti i punti di mediazione entro la fine del 2010 (quindi l’eventuale ingresso di Zagabria nell’Ue slitta già di un anno visto che era previsto alla fine del 2009)». La presidenza di turno dell’Ue detenuta da ieri dalla Svezia ha chiaramente espresso la necessità che le questioni bilaterali non interferiscano nell’adesione di un nuovo Stato all’Ue. «L’Italia offre piena solidarietà alla Slovenia – precisa a questo punto Frattini -, ma bisogna dire con altrettanta chiarezza e fermezza a Lubiana che i temi bilaterali vanno affrontati con spirito di solidarietà, mentre le regole europee devono avere una loro autonomia precisa».
«Strigliata» a parte, Frattini vuol far capire a Lubiana che molti Paesi del Sudest europeo guardano con molto interesse al «caso Croazia». «È diventato – precisa – una sorta di ”caso-test”. E se si fallisse il tutto potrebbe trasformarsi in una generale atmosfera di sfiducia verso Bruxelles e che rischierebe addirittura di alimentare in quei Paesi l’euroscetticismo». Ragionamento questo, di cui si «impossessa» anche il ministro degli Esteri croato, Gordan Jandrokovic. «Questo – precisa – è il primo contenzioso bilaterale nella storia dell’Ue che blocca un processo di adesione per questioni bilaterali. Bisogna rispettare le leggi internazionali», stigmatizza Jandrokovic e spiega come Zagabria abbia offerto due vie d’uscita dopo il fallimento della mediazione del commissario europeo all’Allargamento, Olli Rehn: una dichiarazione congiunta che offra garanzie a entrambe le parti, oppure attendere che i rispettivi dipartimenti giuridici si esprimano nel merito. Ma la Slovenia continua a fare «orecchie di mercante» mentre il responsabile della diplomazia croata non teme affermare che «Zagabria è pronta a quasiasi passo pur di sbloccare la mediazione».
Altro tema «caldo» affrontato ieri a Villa Madama il problema dei beni abbandonati dagli esuli istriani, fiumani e dalmati. «Esprimo grande fiducia nello sviluppo del dialogo bilaterale con la Croazia – dichiara Frattini – sempre però – precisa – riguardo a quei casi che non sono compresi nel Trattato di Osimo e negli Accordi di Roma. Seguiremo – precisa ancora il ministro – con estrema attenzione il processo di denazionalizzazione in Croazia con un regolare scambio di informazioni». «Gran parte dei casi – gli fa eco Jandrokovic – è già stato risolto con Osimo e Roma. Certo c’è un numero di persone che non ricade in questa cornice e il tutto è all’esame della Corte suprema croata. Quello che posso garantire – conclude – è che le soluzioni che saranno prese dal mio Paese saranno conformi ai più elevati standard europei».
Più economici gli altri temi contenuti nella dichiarazione congiunta finale. Dopo la firma di un Accordo tecnico per lo sfruttamento dei giacimenti sottomarini di gas con la piattaforma «Annamaria» ubicata in Adriatico tra Pola e Ravenna, molta attenzione è stata posta al tema della navigazione in Adiatico e della sua sicurezza. È stata altresì auspicata una maggiore collaborazione tra i porti, in particolare tra quelli di Trieste, Venezia, Ravenna, Ancona, Fiume, Spalato e Zara. Per questo le rispettive Autorità portuali sono state invitate a creare un gruppo di lavoro per esplorare forme di cooperazione e qualsivoglia altra iniziativa sinergica in grado di rafforzare la competitività degli scali dell’Adriatico. Il gruppo di lavoro dovrà riportare i propri risultati direttamente al Comitato dei ministri italo-croato. Sul piano dei trasporti e delle infrastrutture il piatto forte è stato quello delle ferrovie che, nei prossimi anni, subiranno un enorme rinnovamento in Croazia dove, «opera già – precisa Frattini – l’Italfer, ma dove c’è spazio per ulteriori investimenti italiani».