di m.r. su Il Piccolo del 2 settembre 2010
Un indubbio passo avanti, per alcuni. Un risultato ancora troppo modesto, per altri. L’annuncio dell’ambasciatore Vidosevic – secondo cui il governo croato, sul delicato tema della restituzione dei beni, si adeguerà alla decisioni della Corte suprema di Zagabria -, suscita reazioni di tenore diverso all’interno del mondo degli esuli. Tra i più entusiasti il presidente provinciale dell’Anvgd, convinto che la nuova disponibilità croata sia il frutto del seme gettato in occasione del concerto ”Le vie dell’amicizia” diretto dal maestro Muti in luglio.
«Siamo di fronte ad un passo in avanti di non poco conto – commenta Codarin -. Le parole di Vidosevic sono la dimostrazione della volontà degli alti vertici di Zagabria di adeguarsi alla normativa di non discriminazione che, per il momento, riguarda un numero limitato di casi, ma che, in prospettiva, apre le porte a tante altre situazioni non ricomprese in maniera specifica nei trattati internazionali. E il merito, ne sono convinto, va in gran parte attribuito al concerto della pace – conclude Codarin -, e al grande impegno dimostrato in quell’occasione dal ministro degli Esteri e dal presidente Napolitano per migliorare i rapporti tra Italia e Croazia».
Più cauto nel commentare le dichiarazioni dell’ambasciatore croato a Roma, è invece il presidente dell’Unione degli Istriani Massimiliano Lacota. «La notizia mi fa sicuramente piacere – commenta Lacota -, ma il problema, come ho già avuto modo di spiegare al ministro Frattini e al sottosegretario Mantica, è un altro. Passeranno anni prima che la sentenza diventi esecutiva e il governo croato la applichi nel concreto. E il rischio è che nel frattempo, come già avvenuto in precedenza in Slovenia, i beni di proprietà degli italiani che hanno chiesto la restituzione vengano venduti. Per evitare di trovarci con tutte le proprietà già cedute, vale a dire senza più alcun bene da restituire, è urgente e necessario che Italia e Croazia firmino un accordo per congelare ogni operazione immobiliare sulle proprietà oggetto di restituzione. Allo stesso tempo – conclude Lacota -, è importante che Zagabria riapra i termini per chiedere la restituzione dei beni».
Non festeggia ma, al contrario, esprime forti critiche sulla validità dell’annuncio di Vidosevic, infine, Paolo Sardos Albertini, presidente della Lega Nazionale. «Affermare che tutti i casi regolamentati dagli accordi, vale a dire la maggior parte. sono fuori dalla restituzione, rappresenta una limitazione eccessiva – osserva Sardos Albertini -. Una limitazione che, peraltro, crea una situazione di forte disparità tra gli esuli. Siamo di fronte, insomma, ad un’opzione di minima. Certo è meglio di niente, ma non rappresenta di certo la soluzione al problema. Questa non può non passare attraverso la rinegoziazione degli accordi. Italia e Slovenia devono superare la logica del contenzioso, e pensare alla restituzione dei beni come ad un investimento nell’ottica dei buoni rapporti tra i due Paesi».