Qualcuno ricorderà che la Legge 92 del 30 marzo 2004, istitutiva del Giorno del Ricordo, prevedeva anche un appannaggio annuo di centomila euro a due istituzioni storico-culturali come la Società di Studi Fiumani in Roma e l’IRCI di Trieste. Questo il testo dell’articolo “Sono riconosciuti il Museo della civiltà istriano-fiumano-dalmata, con sede a Trieste, e l’Archivio museo storico di Fiume, con sede aRoma. A tale fine, è concesso un finanziamento di 100.000 euro annui a decorrere dall’anno 2004 all’Istituto regionale per la cultura istriano-fiumanodalmata (IRCI), e di 100.000 euro annui a decorrere dall’anno 2004 alla Società di Studi fiumani“.
Se si usa dire “la legge è legge”: possiamo ben affermare che non è questo il caso. Pur essendo tale importo previsto per legge, dal 2006 in poi l’erogazione è scesa a 85mila, poi a 70mila e nel 2011 addirittura a 46mila. Di questo passo (perché è inevitabile pensare diversamente) ben presto il tutto verrà prosciugato, mettendo a repentaglio (già lo fa ora) la sopravvivenza di strutture così importanti che puntavano su quei fondi per intavolare programmi di divulgazione e ricerca di un livello di eccellenza. Ed è chiaro che diventa impossibile fare un lavoro di programmazione, perché se lo si fa, ci si trova ad aver progettato un grattacielo con i fondi per una villetta.
Ma la legge resterà lì, inossidabile, a citare questo grande gesto generoso dello Stato che, appena svoltato l’angolo, ha tradito sé stesso.
(nella foto l’Archivio Museo storico di Fiume a Roma, durante la visita dei gruppi in occasione del Triangolare del Ricordo)