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03 mag – Viaggio in Croazia? Tutelare salute e portafoglio

Oltre 7000 moduli che consentono di ricevere cure urgenti all’estero, in paesi non comunitari, sono stati distribuiti lo scorso anno dall’Azienda sanitaria di Trieste. Si chiamano modello 111 e a Trieste la più gran parte delle domande riguarda ferie e vacanze da spendere in Croazia. All’arrivo nel paese straniero il cittadino deve presentare questa carta agli uffici sanitari locali, da cui riceve un certificato da far valere in caso di necessità.

Eppure qualche volta il caso, l’incomprensione, o qualche intoppo burocratico fanno sì che tra malattia all’estero e spese sanitarie si crei un cortocircuito faticoso e sgradevole. È dall’agosto dello scorso anno, per esempio, che un cittadino di Muggia tenta di essere rimborsato per le cure sostenute dalla moglie proprio in Croazia. Ha chiesto udienza a uffici sanitari e perfino a consoli, ma i quasi 1700 euro spesi via via non sono ancora tornati a casa.

Il punto è che all’estero dove esiste una specifica convenzione le cure vengono concesse quasi gratuitamente (il rimborso è dell’80%), solo se sono «urgenti», da Pronto soccorso o salvavita, e il medico interpellato le certifica come tali. L’Ufficio convenzioni internazionali dell’Azienda sanitaria afferma che tuttavia vengono fornite anche operazioni chirurgiche, farmaci, visite successive. Se poi però il paziente, risolta l’urgenza, chiede un prolungamento di assistenza ordinaria, effettivamente paga e non viene rimborsato.

Ma per venire incontro alle esigenze del lavoratore all’estero, o del turista, sembra che tutti siano molto disponibili. La persona ha dimenticato il modulo 111? Oppure lo ha perso nel frattempo? Con una telefonata all’Azienda sanitaria di riferimento si ottiene una immediata copia via fax.

Se ci si trova invece in un paese della Comunità europea, l’accesso alle cure «urgenti e medicalmente necessarie» avviene esponendo la tessera sanitaria europea. In paesi non comunitari, e non convenzionati, è necessario stipulare una polizza privata, che poi – alle condizioni date – darà diritto a un rimborso, una volta espletate tutte le verifiche.

(g.z. su Il Piccolo del 3 maggio 2010)

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