Il Governo italiano si è assunto l'onere di 100 milioni di euro quale contributo per la ricostruzione dei territori palestinesi. A Gheddafi poi ha promesso 4 miliardi e mezzo di euro per infrastrutture in Libia, con le scuse per il trentennio di occupazione. E per gli Esuli dalla Libia, cha hanno fatto i bagagli 30 anni dopo i nostri e senza lo spettro delle foibe, 150 milioni di euro in tre anni.
I nostri Esuli, invece, da 60 anni aspettano i soldi delle loro case, espropriate dall'Italia per consegnarle alla Jugoslavia: e per ottenerli siamo seduti al solito Tavolo in attesa che qualcuno decida qualcosa. E da oltre confine tutto riceveremo, tranne le scuse per quanto accaduto.
Amaro destino quello dei profughi giuliano-dalmati: sulle loro teste si incrociano fondi, scuse, finanziamenti che girano il mondo.
Sulla lavagna scriviamo una lunga lista di nomi fra i "cattivi". Di spazio ce n'è, perché in quello dei "buoni" non c'è modo di scrivere nessuno. E questo sarebbe un Paese civile.