Il leggendario re Artù un britannico? Macché, il figlio di Uther Pendragon e di Igrayne non nacque a Tintahel in Cornovaglia, come si è sempre sostenuto, bensì venne alla luce nei pressi del piccolo villaggio di Lokivicice, ai margini della piana di Imotski, alle spalle di Spalato, per poi morire nientemeno che a Podstrana, località ad un paio di chilometri dalla città di Diocleziano. Insomma, re Artù era un dalmata in piena regola e – se si ragiona con la mente di oggi – era pertanto croato e null’altro.
Come già verificatosi con il croatizzato Marco Polo, nonostante le tiepide proteste italiane, anche uno dei simboli della storia britannica rischia di venire inserito nella stirpe croata, con i suoi lontanissimi “pronipoti” che già festeggiano le origini dalmate di re Artù, che poi sarebbe il comandante militare romano Lucius Artorius Castus. O almeno questa è l’ardita tesi dello storico inglese John Matthews, secondo il quale Castus sarebbe stato sepolto in Dalmazia. I croati non hanno perso tempo e dopo che stanno monetizzando Marko Polo nella “natia” Curzola, dove c’è la sua visitatissima casa, e altrove, si sono gettati a capofitto in questa nuova avventura, che promette lauti guadagni, popolarità e un paio di bisticciate con i perfidi figli di Albione.
Già da un paio d’anni ad Igrane, località turistica della Riviera di Macarsca, nella Dalmazia centromeridionale), si svolge la manifestazione denominata la Notte di Re Artù. E sì perché un’altra leggenda croata narra che la madre fosse nata ad Igrane e da qui il nome di Igrayne. Sia come sia, l’altro ieri, mercoledì, in questo centro balneare si è tenuto uno spettacolo che ha attirato migliaia di visitatori, tra locali e turisti d’oltreconfine, che hanno potuto gustare scenette di quindici, venti secoli fa. C’erano legionari romani, i cavalieri della Tavola Rotonda, i concorsi per Mister Excalibur e Miss Ginevra e infine si sono presentati proprio loro, Re Artù (che era poi il noto giornalista della Tv croata, Mirko Fodor) e la sua stupenda consorte, una sorridente Ginevra. Stavolta il Lancillotto ha lasciato in pace i due regnanti e praticamente non si è fatto vedere, preferendo non turbare la regale unione. Nel corso dell’evento è stato anche promosso l’olio d’oliva denominato Re Artù, un extra vergine di cui si dice un gran bene. Va rilevato in tal senso che l’olio d’oliva prodotto a Igrane era stato giudicato nel 1922 a Parigi il migliore in Europa e nel 2000 il migliore in Croazia.
Intanto i media britannici si sono occupati in diverse occasioni del “dispetto croato”, asserendo che è in corso una disputa per aggiudicarsi le origini di re Artù, alias Lucius Artorius Castus. A Podstrana o forse a Igrane ci sarebbe il sepolcro dell’eroe con incisa la scritta “Lucius Castus – visse e combattè in Britannia”. La tesi di re Artù sepolto in Dalmazia è stata come già detto lanciata da Matthews, assistente nel 2004 nelle riprese del film re Artù, che riscosse successo a livello mondiale. Secondo lo storico, il leggendario re (di cui effettivamente non è mai stata dimostrata l’ esistenza) sarebbe stato proprietario di vasti appezzamenti di terreno di altri immobili in Dalmazia. Morto in questa regione adriatico, sarebbe stato sepolto nelle vicinanze di Spalato. È quanto sostiene pure un noto avvocato di Imotski, Lujo Medvidovic, che recentemente ha pubblicato il libro “Castus e giustizia”, nel quale afferma senza tema di smentita che re Artù è nato ed è stato seppellito nell’attuale territorio della Croazia.
Dopo Polo, re Artù, sarà magari il turno di Garibaldi?
Andrea Marsanich su “Il Piccolo” del 3 agosto 2012