Ci sarà anche il cardinale John Njue, arcivescovo di Nairobi, alla cerimonia di beatificazione di don Francesco Bonifacio questo pomeriggio alle 16 nella cattedrale di San Giusto. E arriverà il vicepresidente della Camera, Rocco Buttiglione, presidente nazionale dell’Udc: ma non parlerà di politica. Accanto al vescovo Ravignani, a presiedere il rito, ci sarà l’inviato di papa Benedetto XVI, monsignor Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle cause dei santi. Nelle prime file vescovi del Triveneto, delle diocesi dell’Istria (Capodistria e Parenzo e Pola), e il vescovo assistente nazionale dell’Azione cattolica, monsignor Domenico Sigalini.
ARRIVARE. I cittadini di Trieste potranno solo assieparsi lungo le pareti della cattedrale e stare disciplinatamente in piedi, dopo essere arrivati col bus navetta che ogni 8-10 minuti dalle 14.30 in poi partirà da piazza Goldoni (ponte della Fabra): chiusi tutti gli accessi per le automobili, da piazza Vico a via Donota, nessun posto a sedere se non fuori dalla cattedrale, su sedie all’aperto, dove verrà squadernato anche un grande schermo che trasmetterà le riprese di Telechiara, rilanciate poi sul satellite da Telepace, e così vibili anche in Slovenia e Croazia.
STORIA. Lo sforzo organizzativo della diocesi triestina è stato massiccio, è la prima volta che a Trieste si beatifica qualcuno e in special modo la storia di Bonifacio, ucciso in Istria dai titini, conferisce all’avvenimento un impressionante peso specifico storico e politico, anche se la Chiesa si dimostra attenta al tono equilibrato e punta soprattutto a indicare devozione per l’umiltà sacrificale del giovanissimo sacerdote. Pur nella chiarezza degli argomenti: Ravignani (egli stesso istriano) è stato sempre un narratore esplicito in tema di storia (la situazione dell’Istria), di politica (la persecuzione anticristiana e la «perversa ideologia» citate senza giri di parole) e di cronaca (la necessità della pacificazione oggi in queste terre). Le organizzazioni degli esuli istriani ne hanno fatto peraltro il loro simbolico martire. Sulla sede hanno esposto gigantografie e oggi porteranno i labari. Inizialmente previsti all’interno di San Giusto, saranno invece lasciati sulla soglia.
ORARI. Si potrà accedere alla cattedrale dalle 15 alle 15.30. Il servizio d’ordine sarà assicurato da scout e altri volontari. Poste italiane ha concesso un annullo filatelico figurato: oggi in piazza della Cattedrale 4, dalle 13 alle 19, sarà attivo un ufficio postale per annullare la corrispondenza già affrancata, o vendere francobolli e fare raccomandate. Il Comitato organizzatore dell’evento mette in vendita una cartolina. A offerta libera sarà dato un libro, «Fedele a Cristo fino al martirio», che raccoglie immagini, testimonianze e scritti su don Bonifacio e che reca in copertina il manifesto ideato da Massimo Cetin. Il Comune ha reso gratuito l’ingresso al castello e alla mostra sul Medioevo.
FIGURA. Di Francesco Bonifacio, nato a Pirano il 7 settembre 1912, secondo di sette figli in una modesta famiglia, si ricordano poche date e circostanze: fu ordinato sacerdote il 27 dicembre 1937 a San Giusto, fu sacerdote a Cittanova e poi a Villa Gardossi, si circondò di giovani e promosse l’Azione cattolica, teneva catechismo ai bambini, scriveva nei suoi quadernetti riflessioni sulla pratica religiosa e sull’apostolato dei laici.
SANTINO. Dopo la guerra, nel clima di persecuzione religiosa, chiese al vescovo Santin se fosse meglio scappare o restare, gli fu detto di restare e ne fu contento. Solo pochi giorni dopo l’agguato e la morte, la sera dell’11 settembre 1946. Dopo decenni di tentativi, raccolta di testimonianze e documenti, «tribunali», interviste, il 3 luglio scorso Benedetto XVI ha riconosciuto il martirio del giovane prete consentendo che la cerimonia di beatificazione si tenesse a Trieste. Ravignani, per Bonifacio, ha scritto anche una preghiera che appare in un «santino» corredato di foto del nuovo beato e della sua biografia.
(fonte Il Piccolo)