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04 ott – Oggi Don Bonifacio diventa Beato

Ci sarà anche il cardinale John Njue, arcivescovo di Nairobi, alla cerimonia di beatificazione di don Francesco Bonifacio questo pomeriggio alle 16 nella cattedrale di San Giusto. E arriverà il vicepresidente della Camera, Rocco Buttiglione, presidente nazionale dell’Udc: ma non parlerà di politica. Accanto al vescovo Ravignani, a presiedere il rito, ci sarà l’inviato di papa Benedetto XVI, monsignor Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle cause dei santi. Nelle prime file vescovi del Triveneto, delle diocesi dell’Istria (Capodistria e Parenzo e Pola), e il vescovo assistente nazionale dell’Azione cattolica, monsignor Domenico Sigalini.

ARRIVARE. I cittadini di Trieste potranno solo assieparsi lungo le pareti della cattedrale e stare disciplinatamente in piedi, dopo essere arrivati col bus navetta che ogni 8-10 minuti dalle 14.30 in poi partirà da piazza Goldoni (ponte della Fabra): chiusi tutti gli accessi per le automobili, da piazza Vico a via Donota, nessun posto a sedere se non fuori dalla cattedrale, su sedie all’aperto, dove verrà squadernato anche un grande schermo che trasmetterà le riprese di Telechiara, rilanciate poi sul satellite da Telepace, e così vibili anche in Slovenia e Croazia.

STORIA. Lo sforzo organizzativo della diocesi triestina è stato massiccio, è la prima volta che a Trieste si beatifica qualcuno e in special modo la storia di Bonifacio, ucciso in Istria dai titini, conferisce all’avvenimento un impressionante peso specifico storico e politico, anche se la Chiesa si dimostra attenta al tono equilibrato e punta soprattutto a indicare devozione per l’umiltà sacrificale del giovanissimo sacerdote. Pur nella chiarezza degli argomenti: Ravignani (egli stesso istriano) è stato sempre un narratore esplicito in tema di storia (la situazione dell’Istria), di politica (la persecuzione anticristiana e la «perversa ideologia» citate senza giri di parole) e di cronaca (la necessità della pacificazione oggi in queste terre). Le organizzazioni degli esuli istriani ne hanno fatto peraltro il loro simbolico martire. Sulla sede hanno esposto gigantografie e oggi porteranno i labari. Inizialmente previsti all’interno di San Giusto, saranno invece lasciati sulla soglia.

ORARI. Si potrà accedere alla cattedrale dalle 15 alle 15.30. Il servizio d’ordine sarà assicurato da scout e altri volontari. Poste italiane ha concesso un annullo filatelico figurato: oggi in piazza della Cattedrale 4, dalle 13 alle 19, sarà attivo un ufficio postale per annullare la corrispondenza già affrancata, o vendere francobolli e fare raccomandate. Il Comitato organizzatore dell’evento mette in vendita una cartolina. A offerta libera sarà dato un libro, «Fedele a Cristo fino al martirio», che raccoglie immagini, testimonianze e scritti su don Bonifacio e che reca in copertina il manifesto ideato da Massimo Cetin. Il Comune ha reso gratuito l’ingresso al castello e alla mostra sul Medioevo.

FIGURA. Di Francesco Bonifacio, nato a Pirano il 7 settembre 1912, secondo di sette figli in una modesta famiglia, si ricordano poche date e circostanze: fu ordinato sacerdote il 27 dicembre 1937 a San Giusto, fu sacerdote a Cittanova e poi a Villa Gardossi, si circondò di giovani e promosse l’Azione cattolica, teneva catechismo ai bambini, scriveva nei suoi quadernetti riflessioni sulla pratica religiosa e sull’apostolato dei laici.

SANTINO. Dopo la guerra, nel clima di persecuzione religiosa, chiese al vescovo Santin se fosse meglio scappare o restare, gli fu detto di restare e ne fu contento. Solo pochi giorni dopo l’agguato e la morte, la sera dell’11 settembre 1946. Dopo decenni di tentativi, raccolta di testimonianze e documenti, «tribunali», interviste, il 3 luglio scorso Benedetto XVI ha riconosciuto il martirio del giovane prete consentendo che la cerimonia di beatificazione si tenesse a Trieste. Ravignani, per Bonifacio, ha scritto anche una preghiera che appare in un «santino» corredato di foto del nuovo beato e della sua biografia.

 

(fonte Il Piccolo)

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