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04apr/10.33 – La grande avventura di Straulino torna nella sua Lussinpiccolo

La grande avventura di Agostino Straulino approda anche nella sua natia Lussinpiccolo
da la Voce del Popolo del 29 marzo 2011
 

Per la sua bravura, per la sua fama, per i suoi successi, per il segno che ha lasciato e che trascende i titoli e i trofei al suo attivo, il comando del “Vespucci” e la navigazione oceanica sul “Corsaro II”, il lussignano Agostino Straulino è diventato una leggenda già in vita.

E sebbene non sia mai semplice né facile narrare una leggenda, gli organizzatori della mostra “Agostino Straulino, asso della vela olimpica” hanno avuto il coraggio, la forza e la volontà di cimentarsi con questa sfida e raccontare la vicenda di questo straordinario “signore dei mari”, o “padrone del vento”, come l’ha definito il giornalista e scrittore di origini istriane Giuliano Gallo in una biografia uscita nel 2005 (Nutrimenti, collana Transiti blu), un anno dopo la morte del velista, avvenuta a Roma. La mostra s’inaugura venerdì 1.mo aprile alle ore 20 nella “patria” di Straulino, a Palazzo Fritzy, sede del Museo civico di Lussinpiccolo. Il leggendario velista italiano “ritorna”, dunque, nella sua città natale, dove è stato anche sepolto, con quest’esposizione che ne ripercorre le vicende biografiche e i suoi trionfi sportivi. L’allestimento è stato reso possibile grazie alla collaborazione della figlia Marzia Straulino, di Tiziana Oselladore (che fra l’altro ha conosciuto e navigato con Straulino, curatrice della monografia dedicata al campione olimpionico), che assieme a Lorenzo Michelli e Massimiliano Schiozzi (di Comunicarte) avevano curato la mostra al Museo del Mare di Trieste nell’ottobre 2009.

L’ammiraglio Straulino è stato il più grande velista italiano del Novecento, un marinaio che ha vissuto in mare e per il mare, un uomo capace di ascoltare come nessun altro la voce del vento. Una volta campione olimpico, quattro volte campione del mondo, dieci volte campione europeo, tredici volte campione italiano, si aggiudica nel 1973, fra l’altro, la One Ton Cup, la Coppa America di allora… e chissà quanti altri successi avrebbe potuto cogliere ancora se non ci fossero state le tragedie della guerra e alcune circostanze sfavorevoli. La rassegna è strutturata in pannelli fotografici e testuali (in croato e italiano) che ripercorrono la vita e la carriera di Straulino.

«FIGLIO DEL MARE» Agostino Straulino nasce a Lussinpiccolo il 10 ottobre del 1914. La madre proviene da una famiglia di marinai, il padre invece è oriundo friulano. Il nonno di Straulino, fabbro ferraio, era infatti nato a Suttrio nel 1840, ed era emigrato a Lussino. Nel 1882 il nonno, in società con Nicolich e Gerolimich, acquista il veliero Alfa, dando il via all’attività commerciale e marinaresca della famiglia. A sette anni il padre e lo zio costruiscono e regalano ad Agostino una piccola barca, Sogliola, ”per me la più bella di tutte”, scriverà Straulino in un biglietto di ringraziamento al padre. Con questa barchetta il piccolo Tino comincia a veleggiare nella baia di Artatore, impegnando i suoi amici in piccole regate. È in questi anni che nasce e si affina il suo grande amore per il mare, è allora che il vento e le onde diventano compagni di gioco, amici, educatori amorevoli ma severi. A diciott’anni Agostino ottiene il diploma all’Istituto Nautico di Lussino, fucina di grandi marinai e capitani, e prima di ricevere la chiamata per la leva il padre gli regala due anni di totale libertà per poter vagabondare sulla Lanzarda, una passera di 8 metri, per tutta la Dalmazia, in compagnia del suo cane Mark. Saranno due anni straordinari, che gli rimarranno per sempre nel cuore, e saranno fondamentali per la sua formazione di uomo e di marinaio.

IL FUTURO AMMIRAGLIO A vent’anni Straulino entra all’Accademia di Livorno per frequentare il corso ufficiali di complemento. All’inizio fatica ad abituarsi alla divisa e alla mancanza di libertà, ma poi si ambienta, la disciplina la conosce già, l’ha già provata quando usciva in barca con la sua famiglia o con i capitani di Lussino. In Accademia vengono spesso organizzate regate fra gli allievi di complemento e i cadetti. Un giorno il giovane Straulino viene scelto come prodiere di una Star al timone della quale c’è Bruno Veronese. Durante la regata Tino si ferisce a una mano nel tentativo di districare il boma di una barca che si era preso sullo strallo di prua, Veronese vuole ritirarsi, Tino si oppone, la ferita è una cosa da niente, dice, può stare tranquillamente al timone. Da quel momento le sorti della regata cambiano, Agostino rimonta molti avversari fino a piazzarsi al secondo posto.

LA SVOLTA È il giorno della svolta, da quel momento il suo destino cambia.

Inizia a regatare per l’Accademia come timoniere, inanellando le prime vittorie, tante da qualificarsi nella rosa degli atleti che parteciperanno alle Olimpiadi di Berlino del 1936. Ma con grande delusione viene scelto solo come riserva nella classe Star, perché troppo giovane. Nel 1938 Straulino vince il campionato europeo a Kiel, e il campionato nazionale, sulla Star Polluce con Nico Rode quale prodiere. È il principio di un sodalizio di lunga durata (tanto che proprio in occasione della Barcolana sarà intitolato ai due velisti il piazzale dell’ex piscina Bianchi). Intanto si avvicina a grandi passi la guerra, Straulino passa in servizio permanente effettivo, continua ad allenarsi e a fare regate fino al 1940. Lo scoppio del conflitto lo trova sull’incrociatore Garibaldi dove rimane fino al 1942, quando passa ai gruppi Gamma, gli incursori subacquei al comando di Junio Valerio Borghese, addestrati ad attaccare navi nemiche alla fonda fuori e dentro i porti. Straulino partecipa alle azioni nello stretto di Gibiliterra, in particolare a quel capolavoro di astuzia che fu l’operazione Olterra (la nave cisterna ormeggiata nella rada di Algesiras che in realtà nascondeva la base dei mezzi d’assalto). Straulino dimostra di sapersi muovere sotto il mare con la stessa perizia e coraggio di quando naviga, e per il suo valore riceverà due medaglie, una di bronzo e una d’argento.

LE SVENTURE DELLA GUERRA Dopo il 1943 Agostino abbandona la Decima Mas e tenta di far ritorno a casa, a Lussino, ma viene imprigionato dai partigiani jugoslavi. Tenta di scappare varie volte, alla fine ce la fa ma viene preso dai tedeschi che lo condannano a morte. Per sua fortuna viene riconosciuto da un ufficiale nazista, anche lui esperto velista, già suo avversario alla regata di Kiel, che non può liberarlo ma lo manda ai lavori forzati salvandogli così la vita. Alla fine Straulino riesce a fuggire e a raggiungere Trieste. Rientrato in Marina e terminata la guerra, viene destinato alle difficili operazioni di sminamento dei porti nazionali.

Durante una di queste azioni, nel 1947, per un incidente viene investito da un getto di iprite, perde la vista per dieci giorni poi lentamente la recupera, ma ne risentirà per tutta la vita. È allora che comincia ad allenarsi di notte, imparando a sentire la voce segreta del vento. Nel 1948 dopo la delusione dei giochi Olimpici di Londra, in cui causa la parzialità dei giudici e tanta sfortuna guadagna solo un quinto posto, inizia un incredibile progressione di vittorie e titoli fino al 1959. Nel 1965 è al comando della nave scuola Amerigo Vespucci. Sarà una delle esperienze più belle della sua vita e le sue memorabili imprese riempiranno le cronache dei giornali italiani e stranieri per tutti i cento giorni della campagna d’istruzione. In particolare si ricorda l’uscita dal Canale di Taranto a vele spiegate, impresa che gli costò l’ammirazione di tutti e dieci giorni d’arresto. L’11 ottobre 1972 Straulino lascia il servizio attivo con il grado di ammiraglio di divisione. Negli anni 70’ inizia l’avventura con la One Ton Cup. L’armatrice Marina Spaccarelli Bulgari gli affida Ydra, disegnato da Dick Carter, una barca di razza. Nel 1973 Straulino vince la One Ton Cup di Porto Cervo e l’allora prestigiosissima Giraglia. La conquista della One Ton Cup non ferma l’attività agonistica dell’ammiraglio, che continua a partecipare vincendo a molte regate over 60, una fra tutte la Coppa Ammiraglio Acton di cui vince l’ultima edizione nel 2002, a 88 anni.

Nel 2002 gli venne conferito dal Presidente Carlo Azeglio Ciampi l’ordine di Cavaliere di Gran Croce della Repubblica Italiana. È morto all’età di oltre 90 anni in una stanza dell’ospedale militare del Celio, il 14 dicembre 2004.

IL RITORNO. La sua salma è stata portata all’aeroporto di Lussinpiccolo da un elicottero della Marina militare italiana per esser tumulata nella tomba di famiglia dopo funerale e funzione religiosa, alla presenza di parenti ed autorità italiane e croate. Nato per essere marinaio, disse: “Sulla mia isola sono venuto al mondo e cresciuto. Là ho capito il mare e il mare mi ha accolto tra i suoi abitanti. Là ho conosciuto il vento e l’ho fatto diventare mio amico”. La mostra a Palazzo Fritzy sarà visitabile fino al 2 maggio. E forse non sarebbe una cattiva idea prolungarne l’apertura in modo da estenderla alla stagione turistica, quando Lussino diventa meta prediletta di diportisti e amanti del mare provenienti da tutto il mondo.

Sarebbe un’occasione più che propizia per divulgare – con il vento in poppa – la leggendaria figura di Straulino e valorizzare ulteriormente una bella pagina della nostra storia.

 
Barbara Rosi

(courtesy MLH)

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