A gonfie vele il processo di privatizzazione del cantiere navale Scoglio Olivi (Uljanik in croato) di Pola, che in un prossimo futuro rileverà il “cugino fiumano”, il Tre Maggio, dando vita ad un polo cantieristico nordadriatico pronto ad affrontare le sfide europee e mondiali. Ieri Scoglio Olivi ha annunciato, tramite la Borsa di Zagabria, che è stato portato a compimento il processo di ricapitalizzazione del cantiere, grazie ad 1.119.997 titoli nuovi, per i quali sono stati versati 100 milioni e 800 mila kune, che al cambio fanno 13 milioni e 380 mila euro.
L’offerta pubblica delle azioni agli investitori istituzionali ha visto il 30 per cento rilevato da società di assicurazioni, il 25 dai fondi pensionistici, un altro 25 da persone giuridiche e il rimanente 20 per cento da fondi d’investimento. Il prezzo nominale di un titolo era di 90 kune, circa 11,95 euro. Ricordiamo che la prima fase della privatizzazione dello stabilimento istriano era stata posta ad acta lo scorso luglio, con gli attuali ed ex lavoratori di Scoglio Olivi che in tempi rapidi aveva acquistato un milione e 300 mila titoli. Grazie alle operazioni dei giorni scorsi il capitale iniziale del cantiere è stato postato da 201 a 302 milioni di kune( da 26,7 a 40 milioni di euro).
Dopo aver fatto sapere che l’aumento del capitale ha avuto successo (il cantiere polese è l’unico in salute di quelli croati), la direzione di Scoglio Olivi ha aggiunto che il comitato di sorveglianza ha approvato l’invio della lettera d’intenti contenente l’offerta per l’acquisto dello stabilimento di Cantrida, progetto ideato e caldeggiato dal governo croato di centrosinistra. Non potrebbe essere diversamente in quanto Bruxelles non vuol sentir parlare di proprietà statale dei cantieri, con la Croazia che ambisce ad entrare nell’Unione europea il primo luglio dell’anno prossimo.
Il tempo stringe e anche recentemente il commissario europeo all’ Allargamento, Stefan Füle, in visita a Zagabria, aveva messo fretta alla Croazia in relazione alla privatizzazione nella cantieristica nazionale. L’ex repubblica jugoslava deve agire alla svelta in questo settore, il che non dispiace ai fiumani, preoccupati negli ultimi tempi per la crisi che sta attanagliando il Tre Maggio, da due anni senza nuove commesse. Il cantiere, con i suoi 2400 occupati e centinaia di lavoratori di cooperative, è d’importanza vitale per le sorti dell’economia quarnerina.
Da Pola hanno fatto però sapere di essere interessati solo al cantiere navale, con la sorte della fabbrica motori e gru del Tre Maggio che appare purtroppo segnata. Adesso però bisognerà vedere come il neonato polo cantieristico croato si organizzerà per cercare di armonizzare le commesse che, di questi tempi, certo non fioccano. L’annessione delle due realtà produttive non sarà quindi indolore dal punto di vista dell’occupazione non fosse altro che d’ora in poi non ci potranno più essere iniezioni salvifiche di denaro da parte dello Stato.
Andrea Marsanich
“Il Piccolo” 1° dicembre 2012
Un settore del porto di Pola