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04mag12 – ”èStoria 2012” a Gorizia parla del confine orientale

La Storia è la protagonista dell’VIII Festival internazionale che porterà a Gorizia da giovedì 17 a domenica 20 maggio 2012 storici e studiosi, scrittori e giornalisti, artisti e testimoni del passato, italiani e stranieri: tre giornate di incontri, dibattiti, interviste, presentazioni di novità editoriali, spettacoli, mostre, escursioni. La scelta tematica per il 2012 sarà, infatti, Profeti.

 

Già i versi di Omero e Virgilio popolavano l’antichità classica di figure guida: Pizie, Sibille, indovini, oracoli ineludibili, spesso oscuri e talvolta crudeli, in ogni caso specchio fedele del rapporto tra uomo e destino. Come altre religioni, anche il Cristianesimo ha nel profetismo una componente fondamentale che dalla tarda antichità si innesterà poi nel Medioevo, segnandolo fatalmente anche nella storiografia successiva come l’età delle superstizioni e delle attese apocalittiche, degli eretici alla ricerca di futuri alternativi a quelli proposti dall’ortodossia.

 

Il denso programma di «èStoria 2012» proporrà al pubblico una fitta serie di appuntamenti, tra i quali segnaliamo:

 

giovedì 17 maggio, Itinerario I luoghi del Milite Ignoto, escursione con l’«èStoriabus».

 

Venerdì 18, Marciam verso l’avvenire: la marcia su Roma, 1922. Nell’anniversario dell’avvenimento, una riflessione sull’avvento del fascismo e le sue conseguenze. La crisi dell’Italia liberale, l’intreccio tra le massime figure dell’Italia del tempo, Mussolini e Vittorio Emanuele II, Facta e D’Annunzio, Salandra e Balbo. Intervengono Giuseppe Parlato, Giovanni Sabbatucci e Marcello Veneziani. Conversa Stefano Folli.

 

Ancora venerdì, Italiani in Crimea. Tra 1830 e 1870 giunsero in Crimea circa duemila persone, provenienti soprattutto dalla Puglia. Dopo la Rivoluzione d’ottobre del 1917, la storia della piccola comunità si intreccio con la complessa tragedia del comunismo sovietico, fin quando nel 1942, con la liberazione da parte dell’Armata Rossa della Crimea occupata dai nazisti, l’intera comunità italiana venne dichiarata fascista e deportata. Relatori Giulia Giacchetti Boico e Giulio Vignoli. Coordina Stefano Mensurati.

 

Sabato 19, Porzûs. Violenza e Resistenza. Nel febbraio del 1945 avviene il più grave e sanguinoso scontro interno alla Resistenza italiana. Nei decenni successivi le responsabilità morali e materiali dell’eccidio sono state al centro di un infuocato dibattito, soprattutto per quanto riguarda il ruolo del Partito comunista italiano e i suoi rapporti con la Resistenza jugoslava.Un incontro per fare il punto sulle piu recenti acquisizioni della storiografia in proposito e per riflettere sulle categorie finora utilizzate per analizzare la storia della Resistenza italiana. Intervengono Ugo Berti, Ernesto Galli della Loggia e Tommaso Piffer. Coordina Paolo Mieli.

 

Sempre sabato, Il tempo dei confini. L’attenzione ai confini, alla loro storia e all’opportunità politica o economica della loro configurazione. Un incontro per presentare in modo chiaro ed ordinato le variazioni dei confini in un territorio complesso come l’Alto Adriatico, dove nel Ventesimo secolo si sono alternate almeno sei formazioni statali ed un numero maggiore di regimi politici. Intervengono Franco Ceccotti, Paolo Malni e Fulvio Pappucia.

 

Ed ancora, Il mondo in pugno. Un incontro per ripercorrere l’esperienza straordinaria di Nino Benvenuti [Premio Giorno del Ricordo Anvgd nel 2011], il pugile istriano che con la sua determinazione e le sue capacita ha costruito una carriera tra le più folgoranti, dai primi successi dilettantistici alla medaglia d’oro, dalle Olimpiadi del 1960 fino al titolo mondiale dei pesi medi. Interviene Nino Benvenuti, intervista Gianni Decleva.

 

Domenica 20 maggio, La domenica delle scope. Il 13 agosto 1950 a Gorizia i confini tra Italia e Jugoslavia crollano per un giorno. Famiglie separate si ricongiungono, si riempiono le trattorie e i negozi goriziani: la scopa di saggina sarà curiosamente l’articolo più venduto della giornata. Storie speciali di gente comune in grado di scavalcare e abbattere un confine estraneo a entrambe le popolazioni divise. Intervengono Roberto Covaz, Giorgio Dell’Arti e Giulio Giustiniani.

 

(fonte «èStoria» 4 maggio 2012)

 

 

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