L’America fa un film sulle Foibe, ambientato in parte a Los Angeles e in parte a Trieste. E Enzo Iacchetti farà il co-regista per la parte ambientata a Trieste. Lo ha detto all’Ansa lo stesso lacchetti, ospite del Festival Idea Format Tv (If-Tv) in corso al PalaRiviera di San Benedetto del Tronto (Ascoli Piceno), dove le giovani idee si incontrano con il mercato televisivo.
Parlando dei suoi prossimi impegni, lo storico conduttore di Striscia ha detto: «Dal 26 settembre fino alla Befana riprendo Striscia la Notizia, quindi da metà gennaio per tre mesi ripropongo il tour teatrale Niente progetti per il futuro con Giobbe Covatta, che ha avuto molto successo l’anno scorso, con il quale andrò in giro in tutta Italia. Quindi a maggio sarò a Trieste per fare il regista di Foibe, un film americano della Listen Production (casa di produzione con base a Santa Monica, in California, ndr), al quale collaboreranno anche altri produttori, che uscirà nel 2013 negli Stati Uniti. In Italia non si sa ancora». lacchetti avrà anche un cameo nella parte del film girata a Hollywood, «ma quello che mi fa più piacere», ci confida «è che dopo aver visto un mio lavoro da regista, il cortometraggio Pazza di te, storia di una giovane mamma che accoglie la nascita di un bimbo down, mi hanno affidato la direzione della seconda unità produttiva in Italia».
Le prime notizie sulla pellicola, peraltro, erano già circolate lo scorso febbraio. Innanzitutto, la trama. Il film racconta le vicende durante e dopo la Seconda Guerra Mondiale che hanno portato alla morte di migliaia di italiani, torturati e uccisi e poi gettati nelle Foibe. Una strage che ha coinvolto donne e bambini, militari e gente comune. Da Norma Cossetto a Don Francesco Bonifacio, dai militari uccisi alle famiglie torturate, Foibe racconterà la loro storia e le verità rimaste nascoste. Poi si era parlato anche della sceneggiatura, affidata a un giovane italiano, John Kaylin (alias Mirko Zeppellini), appoggiato dalla Lega nazionale, l’associazione nata per difendere l’italianità di Trieste e della Venezia Giulia.
Proprio Kaylin aveva spiegato a La voce del popolo che l’opera cinematografica sarebbe stata suddivisa in tre diverse epoche: «Si parte nel 2011, quando durante una lezione di storia contemporanea un professore statunitense illustra ai propri studenti gli eventi legati alle foibe e discute con loro il perché di un film su questo argomento. S ipassa poi a focalizzare il periodo tra il 1942 e il 1949, dove vengono raccontate le singole storie degli infoibati, il tutto corredato da riprese che mostreranno l’esodo dall’Istria e la vita nei campi di concentramento titini dopo la Seconda guerra mondiale. Il terzo periodo racconterà, invece, la missione intrapresa dal sottotenente Mario Maffi, verso la fine degli anni Cinquanta, con l’incarico di documentare l’esistenza delle foibe, la quantità e, dove fosse possibile, l’identità delle vittime. Da quella missione venne consegnato un dossier, perso negli anni».
ALMO su Libero del 25/08/2011
(courtesy MLH)