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05set/18.45 – Pola: una giornata particolare

di Rosanna Turcinovich Giuricin su www.arcipelagoadriatico.it

 

Concetti ribaditi all’infinito, come “ruolo di ponte delle minoranze”, nel momento in cui si realizzano perdono il proprio significato per andare oltre. E’ successo a Pola con il Concerto dell’Amicizia tra Italia e Croazia, nel 150.esimo dell’Unità italiana, nel 20.esimo dalla raggiunta statalità croata e nel 20.esimo della nuova Unione Italiana. Sui decenni accumulati hanno gravato, soprattutto nel Secolo breve, divisioni insuperabili che il tempo ha stemperato e l’intelligenza delle persone di buona volontà sta cercando di trasformare attraverso un rapporto di civile e matura condivisione. 

“Abbiamo trovato la via per superare le incomprensioni e le difficoltà del passato. Non ci sono più fra noi problemi che non possano essere superati. Ci stiamo lavorando a Roma e a Zagabria”, ha affermato il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, durante l’incontro pubblico con la comunità italiana di Pola, al quale è intervenuto e ha portato il saluto anche il presidente croato Ivo Josipovic, che ha espresso analoghe considerazioni e la stessa soddisfazione.

L’arrivo di Napolitano nel pomeriggio alla Casa dei Difensori croati, ex Casinò di Pola di fronte al Teatro Ciscutti. Ad attenderlo sotto al colonnato il Presidente Josipovic ed uno stuolo di giornalisti e fotoreporter piazzati per tempo in attesa dell’evento. La stretta di mano tra i due Capi di Stato rivela il rispetto e l’amicizia tra due persone che “si sono capite al primo incontro” come dirà nel suo discorso Napolitano. Poi, insieme raggiungono la sala dei colloqui tra le due delegazioni ed infine si spostano in un altro ambiente accolti dalle delegazioni. La prima è quella della Federazione degli Esuli, il cui portavoce, on. Lucio Toth si rivolgerà ai Presidenti soffermandosi su cinque punti fondamentali (che riportiamo in calce all’articolo). Della delegazione, oltre alle associazioni che fanno capo alla Federazione (rappresentate da Renzo Codarin, Lorenzo Rovis, Guiro Brazzoduro, Renzo de’ Vidovich), si è aggiunto anche il Libero Comune di Pola con Argeo Benco e Silvio Mazarolli. Segue l’incontro con l’Unione degli Istriani di Trieste e con l’Unione dei Combattenti antifascisti dell’Istria.

Alla Comunità degli Italiani, ad attendere i due Presidenti e le delegazioni ci sono cinquecento persone in rappresentanza di tutte le realtà degli Italiani di Istria, Fiume e Dalmazia, i vertici dell’UPT rappresentati da Silvio Delbello che porgerà i saluti ai Presidenti, ma anche ai numerosi ospiti tra cui il Sindaco di Trieste, Roberto Cosolini e il Presidente della Provincia di Trieste, Maria Teresa Bassa Poropat. Non c’è la Regione FVG, si commenta con stupore e dispiacere anche per il rapporto esistente da tempo con la Regione Istria e con il suo Presidente Ivan Jakovcic presente agli incontri. Questa per l’Istria è una festa, è l’annuncio ufficiale dell’entrata in Europa della Croazia, è un grande riconoscimento alla Comunità nazionale italiana, è un momento storico. Dopo il tono solenne del 13 luglio 2010 a Trieste, quello di Pola poteva svolgersi in un clima meno emozionante, ed invece così non è stato. Per tanti motivi, uno colpisce in modo particolare: il Presidente Josipovic durante il suo discorso alla Comunità degli Italiani afferma che è nato in Dalmazia “a casa mia si è sempre parlato il dialetto, infarcito di parole italiane che non ho mai considerate straniere”…e poi ribadisce “senza gli Italiani, senza il vostro contributo civile e culturale, la Croaiza di oggi non sarebbe la stessa”.

Prima di arrivare all’Arena dove ad attenderli ci sono seimila persone, una breve sosta per piantare un ulivo, simbolo della pace, in ricordo di un popolo che dovette scegliere l’esilio e nel lasciare Pola a bordo del Toscana vide allontanarsi la mole imponente del monumento romano, simbolo della città.
Mentre i due Capi di Stato sfilano per raggiungere i propri posti prima del Concerto, applausi e bandiere tricolori li accompagnano.

Napolitano non ha nascosto l’emozione. «È una giornata importante per i rapporti fra Italia e Croazia», ha detto nell’annunciare l’impegnativa dichiarazione congiunta firmata con il presidente della Repubblica croata Ivo Josipovic. «Fra Italia e Croazia non ci sono più problemi del passato che non possono essere superati: ci stiamo lavorando con lo stesso impegno a Roma e a Zagabria».

Josipovic ha detto che problemi ce ne sono – ad esempio il contenzioso post-bellico sull’importo del rimborso agli esuli italiani per i beni perduti – ma non c’è più nessun problema, ha aggiunto, che non si possa risolvere in spirito di comprensione e amicizia. A ridurre antiche frizioni ci ha pensato il tempo, ma più di tutto, hanno detto i due presidenti, il miracolo è stato compiuto dalla comune appartenenza all’Ue (la Croazia ne farà parte dal 1.mo gennaio 2012).

“Intendiamo testimoniare la ferma volontà di far prevalere il tanto che ci unisce su quello che ci ha dolorosamente diviso in un tormentato periodo storico, segnato da guerra tra Stati ed etnie”, hanno dichiarato, ricordando che “nel passato sono stati commessi gravi errori ed ingiustizie” e rivolgendo quindi l’esortazione a “perdonarci reciprocamente il male commesso”.

Oggi, è stato sottolineato, “Croazia e Italia hanno abbracciato valori comuni, innanzitutto i valori della libertà e dei diritti della persona, la pari dignità e l’uguaglianza dei cittadini davanti alla legge, la libertà di impresa, i valori della cooperazione e della solidarietà tra i popoli. I nostri Paesi e le nostre società sono liberi da ogni ideologia fondata sulla discriminazione”.

Inoltre, “a seguito della chiusura dei negoziati di adesione per l’ingresso della Croazia nell’Unione Europea, i popoli croato e italiano hanno un futuro comune nell’Europa unita su basi democratiche e fra breve non vi saranno confini fra i nostri due Paesi”.

Al tempo stesso, però, hanno sentito “il dovere di ricordare anche i lati oscuri della nostra Storia comune. Nel passato, sono stati commessi gravi errori e ingiustizie; nel secolo scorso, il secolo ‘horribilis’ della storia dell’umanità, questi errori e queste ingiustizie sono stati pagati con i tragici destini di centinaia di migliaia di innocenti”.

Non si può sottacere “la tragedia delle vittime del fascismo italiano, che perseguitò le minoranze e si avventò con le armi contro i vicini croati e sempre operò contro la libertà e la vita degli stessi italiani” e al tempo stesso anche “le vittime italiane della folle vendetta delle autorità postbelliche della ex Jugoslavia. Gli atroci crimini commessi – è stato sottolineato – non hanno giustificazione alcuna”. Ma “essi non potranno ripetersi nell’Europa unita, mai più”.

Unanime la condanna delle “ideologie totalitarie che hanno soppresso crudelmente la libertà e conculcato il diritto dell’individuo di essere diverso, per nascita o per scelta”, inchinandosi idealmente “davanti alle vittime che hanno perso la propria vita o il proprio radicamento familiare. In ciascuno dei nostri Paesi coltiviamo, come è giusto, la memoria delle sofferenze vissute e delle vittime e siamo vicini al dolore dei sopravvissuti a quelle sanguinose vicende del passato”.

Ma, hanno proseguito, “nel perdonarci reciprocamente il male commesso, volgiamo il nostro sguardo all’avvenire, che con il decisivo apporto delle generazioni più giovani vogliamo e possiamo edificare, in una Europa sempre più rappresentativa delle sue molteplici tradizioni e sempre più saldamente integrata dinanzi alle nuove sfide della globalizzazione”.

Furio Radin e  Ivan Jakovcic si sono rivolti al numeroso pubblico dell’Arena, il primo anche per sottolineare la partecipazione di tutte e cinquanta le Comunità degli Italiani, il secondo per ribadire la soddisfazione dell’Istria, europea da sempre,in cammino verso un’Unione ormai alle porte.

Soddisfatti dell’incontro con Napolitano e Josipovic Renzo Codarin e l’on. Lucio Toth, della Federazione degli esuli, seppur auspicando che ”siano superati ”i Trattati di Osimo che sono un inciampo dal punto di vista giuridico”.

Soddisfatto pure Massimiliano Lacota, presidente dell’Unione degli Istriani, che ha voluto un incontro separato e che non ha partecipato al concerto, visto che sono ”disattesi i diritti che riguardano la restituzione dei beni a chi non è stato risarcito”. Più che soddisfatto Maurizio Tremul, presidente della giunta esecutiva dell’Unione degli italiani, ancorché sollecitando il varo di una legge di interesse permanente sulla questione degli italiani all’estero.

La soddisfazione di tutti deriva in particolare dall’atmosfera positiva che si è respirata a Pola “così come a Trieste l’anno scorso – ha ricordato Codarin – per la spinta che un clima alto di tolleranza e comprensione, può fare alla nostra causa di esuli da queste terre”.

Sull’assenza della Regione FVG, Stelio Spadaro dichiara: “Si evidenzia chiaramente la mancanza di una politica del FVG nei confronti delle nuove tematiche e proposte che stanno nascendo sotto ai nostri occhi. Sembra che non si rendano conto che operare insieme in questo momento significa operare nell’interesse della Regione stessa”.

Ad evidenziarlo anche il Ministro per la Cultura: ”Questi incontri sono importantissimi – conclude Giancarlo Galan, che ha accompagnato Napolitano – perché gettano le basi per nuovi rapporti”.

Ma a creare il clima, al quale tutti si richiamano, un ruolo importante spetta alla gente che ha vissuto con emozione la giornata, in particolare il concerto diretto dal Maestro Ivo Lipanovic. Sul palcoscenico dell’Arena l’orchestra Filarmonica della RTV di Zagabria con i solisti Giorgio Surian e Valentina Fijacko e schierati alle loro spalle, i cori riuniti delle Comunità degli Italiani. Insieme hanno esguito musiche di Verdi, Puccini, Devcic, Zajc, Tijardovic e Gotovac. Tra le arcate dell’Arena faceva capolino uno spicchio di luna ad aggiungere fascino ad una serata che gli applausi hanno definito “magica”.

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