L’annuncio era stato dato anche all’inaugurazione della Bancarella di settembre: il Comune di Trieste si stava apprestando a definire i documenti necessari a far entrare l’edificio di via Torino nella “famiglia” dei Civici musei di storia e arte del Comune. Non si tratta di un passaggio solo formale, in quanto il passaggio prevede anche lo stanziamento di 350mila euro in tre anni, destinati principalmente alla definizione dei contenuti museali che andranno a collocarsi negli spazi del secondo e del terzo piano, con la “stabilizzazione” di una serie di collezioni e reperti storici e cartografici in parte già stoccati provvisoriamente dall’Irci, l’Istituto regionale per la cultura istriano, fiumano e dalmata, l’ente gestore.
La nuova era per il Museo sotto l’ala del Municipio – e di conseguenza sotto la direzione del capo dell’area Cultura Adriano Dugulin, il direttore dei Civici musei – è stata avallata dalla giunta Dipiazza nell’ultima seduta-lampo del 2010, il 30 dicembre scorso, su proposta dell’assessore alla Cultura Massimo Greco. La delibera impegna soprattutto – in vista della sottoscrizione Irci-Comune della convenzione per la co-gestione della struttura, immaginata già nel 2001 – l’amministrazione cittadina con 70mila euro all’anno per il triennio 2011-2013 per le spese di gestione, più 140mila euro ricavati dal bilancio 2010 – che arriveranno fisicamente quest’anno – per un «primo allestimento del Museo».
Il primo allestimento del Museo riguarderà i due piani superiori del palazzo che accoglieranno masserizie e materiali-testimonianza dei mestieri, i documenti e i reperti di carattere etnoantropologico, nonché con la parte cartografica che delinea l’evoluzione dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia. E qui “evoluzione” sta per storia ad ampio respiro, giacché – come sottolinea Greco, che ci tiene non si cada in equivoci – «questo non è il museo dell’esodo, di quel preciso momento del secondo dopoguerra, ma dell’intera storia di queste terre attraversate da molti padroni, esodo compreso».
I tempi? «Speriamo che una prima sala possa essere a disposizione rapidamente. Ricordiamoci che stiamo progettando un museo, ce ne vuole», puntualizza ancora Greco, il quale aggiunge «la musealizzazione sarà oggetto di un progetto che deriverà dalla stipula preventiva della convenzione Comune-Irci per la co-gestione». Convenzione che – mette le mani avanti l’assessore – è il terzo atto, quello conclusivo, di un percorso iniziato con la delibera di fine 2010, che proseguirà con la corresponsione dei soldi promessi. A tale proposito Greco sottolinea che «Noi la nostra parte l’abbiamo fatta. Ora spetta agli altri soggetti, dalla Regione al mondo degli esuli, facciano la loro parte».
Il Presidente della Federazione degli Esuli, Renzo Codarin, ha accolto con soddisfazione la notizia, “ogni passo verso la realizzazione del Museo – afferma – ci avvicina ad un sogno, quello di creare un centro d’eccellenza che racconti la nostra vicenda e possa essere visitato da tutti e vissuto intensamente diventando un simbolo ma anche una realtà attiva e dinamica di ciò che siamo. Siamo a disposizione per quanto sarà a noi richiesto”.
A breve Renzo Codarin incontrerà le autorità comunali per concordare ruoli, competenze ed impegni della Federazione in quest’ambito.
(rtg su www.arcipelagoadriatico.it)