La guerra diplomatica tra Slovenia e Croazia sul tema della ex Ljubljanska Banka continua. Lubiana sembra resistere alle pressioni giunte da numerosi Paesi europei che non condividono l’idea slovena di porre il veto all’adesione della Croazia all’Ue se non sarà risolto il nodo relativo al defunto istituto di credito. E così, pur usando un calibrato linguaggio diplomatico, il ministro degli Esteri di Lubiana, Karl Erjavec ha ribadito, al termine del colloquio bilaterale con la sua “collega” croata Vesna Pusi„ sul lago di Bled, che la Slovenia ratificherà in Parlamento il Trattato di adesione di Zagabria all’Ue solo quando il tema Ljubljanska Banka sarà risolto.
Entrambi i ministri degli Esteri hanno voluto porre l’accento sul lavoro del gruppo misto di esperti che ha preso in mano lo scottante fascicolo ed entrambi si sono affannati a dire che c’è una soluzione all’orizzonte. Evidentemente sanno leggere nella sfera di cristallo perché a tutt’oggi gli esperti hanno solo preso visione del voluminoso dossier del contenzioso. Trattandosi di materia giuridica si tratterà di trovare un’interpretazione che vada bene sia a Lubiana che a Zagabria ma, fatto questo inoppugnabile, alla fine servirà una decisione puramente politica per dirimere la questione.
E che la Croazia non prenda per niente sotto gamba le “minacce” slovene di veto lo dimostra l’intervento dei giorni scorsi del premier Zoran Milanovic in prima persona il quale ha affermato che «la Slovenia è una nazione civile, per cui non mi aspetto altri ostacoli». Il primo ministro croato ha altresì sostenuto che la Croazia sta rispettando tutti i parametri contenuti nel Trattato di adesione e ha annunciato che a breve Zagabria ratificherà l’accordo sui confini con la Bosnia-Erzegovina sottoscritto già ai tempi dei defunti presidenti Tudjman e Izetbegovic. «Decisione che è nell’interesse della Croazia – ha precisato – così come lo sono il ponte di Sabbioncello e così come è inequivocabilmente croato il castello di Zrinski a Kostajnica. «Così come noi ci comportiamo con i nostri vicini ci aspettiamo – ha concluso – che gli altri vicini lo facciano con noi».
Ma la questione della Ljubljanska Banka è solo una sorta di “casus belli”. La realtà è che, come confermano fonti diplomatiche, con l’ingresso della Croazia nell’Unione europea muterà completamente il quadro di riferimento europeo nei Balcani occidentali. La Slovenia perderà il ruolo non marginale di interlocutore privilegiato per l’area e si troverà, anche geopoliticamente, schiacciata tra Ungheria, Austria e Italia, da una parte, e Croazia dall’altra. Con l’ingresso di Zagabria nell’area Schengen poi la Slovenia “perderà” il ruolo di confine esterno dell’Unione europea, scomodo per molti aspetti, ma estremamente utile dal punto di vista strategico invece in una regione difficile come i Balcani.
(fonte “Il Piccolo” 6 settembre 2012)