Per chi non lo conoscesse, cos'è il Monumento all'Esodo di Trieste, dove il 13 luglio si recheranno in omaggio i presidenti di Italia, Slovenia e Croazia? Lo scopriamo grazie all'archivio del centro di Documentazione Multimediale della Cultura Giuliana Istriana Fiumana e Dalmata (CDM).
L’inaugurazione avvenne il 29 ottobre 2004 in P.zza Libertà, la prima che s’incontra entrando dal resto d’Italia nella città giuliana, la piazza della Stazione, della statua di Sissi, degli arrivi e delle partenze. Piazza nella quale, la centrale del gas doveva essere trasformata, da barriera, in armonico contenitore di elementi di storia della città: la struttura è proprio di fronte al Silos che fu per i profughi rifugio e dimora più o meno provvisoria.
Ora, tre stemmi in pietra bianca – la capra istriana, l’aquila fiumana, i leoni dalmati – dialogano con tutte queste realtà. Sotto, una semplice scritta che ricorda l’esodo.
Bandiere e labari avevano dato solennità alla cerimonia alla quale presero parte le massime autorità della città, dal Sindaco Roberto Dipiazza all’arcivescovo Monsignor Eugenio Ravignani, agli esponenti delle Associazioni degli Esuli: Renzo Codarin, Silvio Delbello, Lorenzo Rovis, Renzo de’ Vidovich. E poi ancora Roberto Menia, le Associazioni combattentistiche. Ma fu l’Assessore Sergio Rossi a salutare per primo il pubblico, perché investito della direzione dei lavori che seguì passo passo assieme all’architetto Cervi ed ai suoi collaboratori, tra i quali l’artista Schiozzi che aveva ideato il monumento e il pennone che lo completa. Una presenza, il pilo con l’alabarda che anticipa P.zza Unità ma, senza troppo sforzo di fantasia, parla di mare, di costa, di barche e marineria, parla di quell’Adriatico Orientale di cui Trieste è stata e continua ad essere "un punto cospicuo".
A scoprire la targa che ricorda l’Esodo, fu Licia Cossetto, sorella di Norma, commossa, felice e disperata. Aveva ricordato con la sua presenza la tragedia delle foibe: la fine di sua sorella, seviziata, e fatta precipitare in un pozzo carsico, e di suo padre, pugnalato e infoibato, tutti e due non lontano da Santa Domenica, la loro casa nel cuore dell’Istria.
(testi e foto dell'inaugurazione del Monumento all'Esodo da www.arcipelagoadriatico.it)