Sono passati già 7 anni da quel 7 settembre 2005 in cui Sergio Endrigo, nato a Pola il 15 giugno del 1933, ci lasciava in eredità quelle sue straordinarie melodie che hanno accompagnato intere generazioni. Il cantautore, esule fra tanti dei nostri, è oggi vivo più che mai sia per la qualità della musica e dei brani che ci ha donato, sia per l’impegno della figlia Claudia che negli anni ha preso con sempre maggiore orgoglio il testimone del ricordo di Sergio come padre e artista. Per questo l’ANVGD lo scorso !0 Febbraio ha premiato alla memoria il cantautore polesano.
In questa giornata di commemorazione, in cui il ricordo si fa più struggente, lasciamo alle parole di Claudia la testimonianza più diretta e sentita.
Quanto ci siamo amati eh papà? E come in tutti i grandi amori colmi di passione ci siamo amati odiati insultati, spesso troppo spesso non capiti, noi così simili eppure così diversi…e mi manca di te…..la tua voce, la tua splendida voce che gli ultimi anni mi chiamava di continuo scusandoti per qualsiasi sciocchezza, i tuoi “ Claudia scusa ma cosa ho scritto qui??” porgendomi biglietti disordinati e illeggibilili!!
Lo sguardo che avevi quando coccolavi la nostra lupona Trudy e nascondevi in un armadietto le leccornie che compravi di nascosto per lei, l’odore acre e impregnante del tuo vecchio toscano sempre incollato alle tue dita, le mie urla disperate nella cornetta quando tu, dopo avermi chiamato col cellulare, ti dimenticavi di chiudere la chiamata e riponevi quell’aggeggio utile ma tanto odiato nel tuo giaccone, il tuo sbattere le ante dei mobiletti della cucina quando ti alzavi, le tue imprecazioni quando giocavi a carte e perdevi..le tue barzellette, la tua risata, quella felicità che sprizzavi da tutti i pori quando partivi ma anche quando tornavi dai tuoi viaggi nel tuo amato Brasile e mi davi immediatamente la carne sottovuoto nascosta in valigia perché io potessi preparare la feijoada..e quel tuo andare incerto dopo l’ischemia che faceva in modo che io potessi riconoscerti tra mille……questo è senz’altro amore ma, come mi hai sempre detto tu d’amore si deve vivere e non morire…
(elaborazione grafica Giuliana Berti)