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08 feb – Frattini a Belgrado: appoggiamo Serbia in UE

di MAURO MANZIN su Il Piccolo dell'8 febbraio 2011

Il sostegno dell'Italia alle prospettive europee della Serbia, che punta entro il 2011 non solo ad ottenere lo status di candidato ma anche a fissare una data per l'avvio dei negoziati di adesione, è stato il tema centrale della visita di ieri a Belgrado del ministro degli Esteri Franco Frattini. Forte anche degli «strettissimi» rapporti bilaterali, con una presenza molto forte delle imprese italiane in Serbia (l'ultimo importante accordo firmato dal gruppo Benetton prevede un piano di investimenti per 43,2 milioni di euro e l'assunzione di 2.700 lavoratori), l'Italia segue da vicino il processo di avvicinamento della Serbia all'Unione europea, che ha apprezzato i passi fatti fino ad ora nel portare avanti il processo di riforma e di riconciliazione regionale. Anche se Bruxelles ha sottolineato che saranno necessari ulteriori sforzi, in particolare in tre direzioni: riforma della giustizia e dell'amministrazione e lotta alla corruzione, collaborazione con il tribunale dell'Aja e dialogo con Pristina. Il 2011 sarà per la Serbia un anno cruciale in questo senso, anche per la valenza politica che potrà avere l'ottenimento dello status di candidato del Paese nei confronti della Ue, in vista delle elezioni interne del 2012. Un tema particolarmente caro al presidente della Repubblica Boris Tadic, accusato appena due giorni fa dall'opposizione, scesa in piazza con decine di migliaia di persone, di non aver dato risposte valide alla crisi economica.

«Credo che sia interesse dell'Unione Europea, dopo la prossima adesione di Paesi coma la Croazia, dare un segnale positivo ad altri Paesi dei Balcani occidentali e riconoscere gli sforzi enormi fatti dalla Serbia senza chiusure che sarebbero estremamente negative per tutta l'Europa». Così il ministro degli Esteri, Franco Frattini, dopo aver incontrato a Belgrado il suo omologo Vuk Jeremic. «Credo che l'interesse dell'Ue ad integrare la Serbia – ha aggiunto – sia strategicamente e politicamente altrettanto forte all'interesse che ha la Serbia ad essere integrata nell'Ue».

La Serbia farà di tutto per meritare il sostegno e la fiducia che l'Italia le ha sempre accordato nei suoi sforzi di integrazione europea, è stata la risposta del vicepremier responsabile dell'integrazione europea, Bozidar Djelic. Il ministro degli esteri serbo Jeremic ha inoltre sottolineato l'importanza che per la Serbia ha quest'anno la presidenza dell'Ince (Iniziativa centro-europea), e di altre tre organizzazione regionali. «La collaborazione regionale è molto importante per la stabilità dei Balcani. La Serbia darà tutto il suo contributo – ha detto Jeremic – rispettando e prestando attenzione ai problemi interni dei nostri partner regionali». In questo processo complesso – ha aggiunto – «ci aspettiamo il sostegno anche da parte dei Paesi che non appartengono ai Balcani, e mi riferisco in particolare all'Italia». «Non si può far finta che nei Balcani non esistano problemi. Ignorarli può solo accrescere tali problemi e provocare ulteriori complicazioni», ha detto il ministro.

L'Italia ritiene inoltre che la «piena collaborazione» delle autorità serbe nella cattura di Ratko Mladic, incriminato dal tribunale dell'Aja per il massacro di Srebrenica, basti come criterio per valutare la candidatura di Belgrado all'ingresso nell'unione Europea e che «criteri aggiuntivi», come l'arresto del criminale di guerra, non siano opportuni. «Non possiamo cambiare le regole in corsa», ha spiegato Frattini. «Abbiamo più volte ripetuto – ha aggiunto il capo della diplomazia italiana – che il principio importante della piena collaborazione di Belgrado con il tribunale dell'Aja».

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