da Il Piccolo dell'8 luglio 2010
Il sottosegretario Roberto Menia, unico esponente del governo in regione, giudica «assolutamente ipocrita» la soluzione per la quale il Presidente Napolitano e i suoi omologhi di Slovenia e Croazia renderanno omaggio all'ex hotel Balkan e al monumento all'Esodo, ma non alle Foibe. E annuncia: al concerto «io non ci sarò, ci siamo fatti imporre a casa nostra uno spartito scritto da altri».
Dopo la richiesta slovena di andare all’ex Balkan il 13 luglio (90.anniversario dell’incendio), Menia aveva proposto che i tre Capi di Stato facessero tappa anche al Monumento alla Foiba di Basovizza. Invece è stato scelto quale luogo-simbolo il monumento all'Esodo di piazza Libertà. Giudicato però dal sottosegretario «un monumentino, una ex centralina dell'Enel, un simbolo privo di valore». Menia rigetta poi la ricostruzione che individua nell'incendio del Balkan «il primo atto di violenza degli italiani» verso «gli sloveni» e «l'inizio del fascismo cattivo», tesi finalizzate a «un giustificazionismo» per cui «in fondo le Foibe sono state quasi legittime».
Mentre ieri pomeriggio risultava irraggiungibile il sindaco Dipiazza, che negli scorsi giorni aveva sostenuto che «gli assenti hanno sempre torto», per Lucio Toth dell’Anvgd «non c’è niente da commentare. Io avevo condiviso sul monumento all’Esodo, ma non mi piace andare in contrasto con Menia. Se lui ha scelto questa strada la percorra, è un’opinione come un’altra. Magari la sua è una ricostruzione storica sbagliata, nelle ultime scelte non vedo nessun giustificazionismo. Elio Apih l’ha scritto, quella delle Foibe era pulizia etnica non vendetta».
«Menia avrà le sue ragioni – interviene l’esponente del Pd ed ex sottosegretario del governo Prodi Milos Budin, che con Toth ha lanciato la proposta del doppio omaggio all’ex Balkan e al monumento all’esodo – ma a me dispiace perché credo che questo sia davvero un atto che esprime la voglia di unità della città. È importante che ci sia un riconoscimento alle memorie storiche che qui hanno pesato molto. Il concerto e l’incontro dei tre Presidenti significano un messaggio all’intera città e anche dell’intera città. Il suggello alto di un processo che dura da anni».
Ettore Rosato, deputato del Pd, annota come Menia «non prenda minimamente in considerazione l'importanza storica della visita di tre Capi di Stato a Trieste. Ipocrita – per Rosato – è semmai negare che l'ex Balkan è e rimane uno dei simboli della repressione della minoranza slovena durante il fascismo».
Piero Delbello, cofirmatario di una lettera a Napolitano che gli chiedeva di soprassedere al doppio omaggio, precisa intanto di avere scritto in qualità di membro della commissione della Presidenza del Consiglio per il conferimento delle onorificenze ai congiunti degli infoibati.
(f.b.)