COMUNICATO DEL COMITATO ANVGD DI GORIZIA
È mancata a Gorizia, alla soglia dei 99 anni, Ines Ritossa, figlia dell’esodo istriano-dalmata, nata a Parenzo il 5 novembre 1910.
Scrigno di ricordi, conoscenza, usi, costumi, modi di dire e dialetto vero della nostra amata Istria. Una delle ultime testimoni del dramma dell’esodo.
La sua figura incarnava certamente uno degli aspetti più dolorosi di quegli anni bui.
Patì infatti l’assassinio per infoibamento del suo primo marito nel terribile ottobre del 1943. Il ripristino della legalità, dopo il primo tragico intermezzo titino, la vede presente sull’orlo della foiba di Vines per il riconoscimento, tra gli altri 86 corpi recuperati, del marito.
Più tardi, durante la seconda occupazione titina, ricercata dall’OSNA, dopo essersi nascosta presso degli amici (nel momento di maggior pericolo rimase per ore sotto il “fogoler” dietro la legna), fugge di notte con un’amica (il cui padre aveva fatto la stessa triste fine di suo marito) su una piccola barca a vela sino a Pirano.
Con il chiarore del mattino vedono che sul molo attiguo al loro c’è una massa di partigiani titini. Si sentono perse, ma non si scoraggiano e riescono, con i loro racconti, a convincere l’equipaggio di una barca chioggiotta a sfidare il pericolo e a far rotta verso Trieste.
Potrebbe essere la traccia per un libro di memorie, vuol essere solo un ricordo affettuoso e commosso per una nostra concittadina che, come tutti gli altri esuli, rimboccandosi le maniche, si è rifatta una vita nella Venezia Giulia.
Ha saputo affrontare un’esistenza piena di difficoltà con spirito positivo ed ottimista, ha vissuto con dignità ed orgoglio la sua condizione di esule fiera delle proprie origini. Ines ha avuto anche la gioia di vedere suo nipote, Gaetano Valenti, figlio dell’amata sorella Stefania, eletto sindaco della città di Gorizia.
Se ne và lasciando nel dolore i suoi nipoti, che l’hanno sempre seguita con tanto affetto, e un grande vuoto nella Famiglia Parentina.
