Anche i 27 ministri dei Paesi Ue approvano il Corridoio Adriatico-Baltico, ma Lubiana rifiuta di collegare via ferrovia i porti di Trieste e Capodistria. Sta prendendo forma definitiva la rete Ten-T (transeuropea di trasporto) che comprende dieci corridoi. Quello Adriatico-Baltico parte da Helsinki e dagli scali marittimi dei Paesi baltici (Tallinn in Estonia, Riga in Lettonia e Klaipeda in Lituania) attraversa Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia e Austria e da Tarvisio scende verso Udine e Cervignano fino a identificare come sbocchi portuali naturali Trieste con Monfalcone e Porto Nogaro, Capodistria a Est e Venezia e Ravenna a Sud con possibile prolungamento fino ad Ancona. La Pontebbana dunque, struttura già esistente e sottoutilizzata, viene ufficialmente compresa, mentre sembra non trovare riscontro il tracciato caldeggiato dalla Slovenia che nella parte meridionale doveva passare attraverso Maribor e Lubiana prima di sfociare in Adriatico.
Risulta ancora più clamorosa dunque la decisione che è stata presa ieri dalla delegazione slovena di non prendere in considerazione l’invito giunta da parte italiana per la realizzazione del collegamento tra i porti di Trieste e Capodistria, forse perché Lubiana spera di rimettere in discussione il tracciato nelle Commissioni Trasporti e Industria dove il dibattito è previsto a novembre e all’esame finale del Parlamento, nel gennaio 2013. Il ministro italiano Mario Ciaccia, che ha partecipato ieri a Lussemburgo alla riunione del Consiglio dei ministri dei Trasporti ha confermato che verso le reti Ten-T l’Europa convoglierà 31,7 miliardi (19,7 in conto capitale, 10 miliardi a valere sul Fondo coesione e 2 miliardi per project bond). «Per valutarne l’effetto positivo sull’economia dell’Unione europea – ha detto Ciaccia – bisogna considerare che i 31,7 miliardi fanno da leva finanziaria per circa 200 miliardi perché ad essi vanno sommati anche i finanziamenti degli Stati membri».
Nelle infrastrutture ferroviarie di Cervignano, l’Adriatico-Baltico incrocerà il Corridoio Mediterraneo (l’erede del Corrodoio quinto) che dalla Francia, attraverso Italia, Slovenia e Ungheria, raggiungerà l’Ucraina. «Si sta materializzando un grande successo, un risultato che potrà segnare il futuro del Friuli Venezia Giulia – ha commentato l’assessore regionale a Infrastrutture e Trasporti Riccardo Riccardi – l’Adriatico-Baltico corrisponde infatti nel suo sviluppo alla richieste formulate dalla Regione. Servono però – ha ammonito – politiche e parità di condizioni all’interno dell’Europa, in campo doganale, fiscale, di costo della manodopera, per la gestione dei traffici, e anche capacità di rispettare le regole vigenti». Sui singoli Corridoi, l’Europa potrà intervenire finanziariamente fino alla misura del 40% per quanto riguarda le tratte transfrontaliere, dal 20 al 30% su quelle tratte interne ai singoli Stati ritenute “colli di bottiglia” e per il 50% sui progetti. Altri due dei dieci Corridoi totali, attraversano l’Italia e sono quello che unisce Genova a Rotterdam e quello che parte da Helsinky per prolungarsi fino a La Valletta nell’isola di Malta.
Silvio Maranzana
“Il Piccolo” 8 giugno 2012