Leggiamo su “la Repubblica” del 6 giugno c. m. il servizio di Lucio Luca Croazia a nudo, quando il costume resta in valigia, nel quale sono citate diverse località dell’Istria e della Dalmazia nella sola versione croata, quando le denominazioni storiche sono inconfutabilmente italiane, e come tali furono rispettate per secoli dall’Austria-Ungheria nei documenti ufficiali e nell’uso comune.
Non è certamente la prima volta che si rileva la scarsa o nulla conoscenza del territorio sul quale si scrivono gli articoli, ma corre sempre l’obbligo di stigmatizzare la superficialità delle descrizioni: in questo caso, ad esempio, si segnala appena l’esistenza del toponimo italiano per Dubrovnik, quando la città dalmata di Ragusa, repubblica indipendente per secoli, si fregiava di tale denominazione o, in alternativa, di «Repubblica di San Biagio», e come tale è indicata nelle carte nautiche europee: il nome croato è di epoca relativamente recente (XIX secolo).
Analoghe considerazioni possiamo fare su Rab (Arbe), su Zadar, della quale – leggiamo con stupore – l’ignaro articolista scrive «che gli italiani continuano a chiamare Zara», quando la città, veneziana per secoli e italiana per volontà e trattati internazionali (al pari dell’Istria e di Fiume), è appartenuta allo Stato italiano sino al 1947, quando venne ceduta, con la quasi totalità della Venezia Giulia, alla Jugoslavia di Tito.
Ci pare evidente la carenza di informazione dell’articolista, al quale sembra sfugga del tutto la storia, anche recente, di quei territori, nel quale peraltro sono presenti oggi numerose comunità di connazionali autoctoni, un’antica maggioranza divenuta, con il trattato di pace del ’47, «minoranza» ma testimone sui luoghi dell’antica presenza italiana, dopo l’esodo massiccio e irreversibile della popolazione istriana, fiumana e dalmata verso la Madrepatria a seguito dell’occupazione jugoslava.
Una migliore conoscenza della storia, oltre a fornire migliori informazioni turistiche, rispetta anche la memoria dei luoghi e delle comunità che li hanno abitati e configurati a propria immagine. Infine, richiamiamo la Vostra attenzione sul primo Concorso Touring Club «Classe Turistica» edizione 2011-2012 indirizzata a tutte le scuole superiori d’ Italia come nelle edizioni precedenti, nonché alle scuole appartenenti alle minoranze italiane di Istria, Fiume e Dalmazia. Un’edizione speciale emersa dall’attività del Tavolo di lavoro fra Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e Associazioni degli esuli istriani-fiumani-dalmati che si avvale in particolare del contributo di questa Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia e che è dedicata alla storia del confine orientale italiano.
Tutte le informazioni su www.classeturistica.it/module2.asp?section=regolamento&menuId=8.
Chiediamo la pubblicazione della nostra lettera su “la Repubblica”.
Rodolfo Ziberna
Presidente nazionale ANVGD
Una carta della Dalmazia di Vincenzo Maria Coronelli (1702)