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10 feb – Intervista al Presidente della FederEsuli Renzo Codarin

10 Febbraio, edizione 2010. A sei anni dalla Legge che ha dato legittimità alla ricorrenza, riflessioni e valutazioni si rincorrono e si sovrappongono. Un voto che nel 2004 è stato trasversale coinvolgendo la maggioranza delle componenti politiche del Paese, viene oggi confermato dalla partecipazione massiccia delle città, province e regioni in tutta Italia che aderiscono spontaneamente alle manifestazioni.

Anzi, di anno in anno, nuove realtà si aggiungono alla lista già corposa di quasi trecento località coinvolte, testimoniando una presenza giuliano-dalmata in tutta l’Italia, laddove le famiglie furono inviate dopo l’esodo, assorbite ma non cancellate dalle locali comunità.

Con la legge che nel 2004 ha istituito il “Il Giorno del Ricordo” – 10 febbraio, il Parlamento della Repubblica, con l’appoggio delle forze fondamentali in esso presenti, ha inteso dare un rilievo e un riconoscimento solenne ad una biografia collettiva – afferma Renzo Codarin, Presidente di FederEsuli in una nota -, quella dei giuliani, fiumani e dalmati di lingua italiana, come capitolo della storia e dell’identità nazionale. Con quell’atto è diventato esplicito per la Nazione italiana l’invito a riflettere sulle “complesse vicende” – come recita l’articolo primo della legge, che hanno segnato lungo tutto il ‘900, e prima, il confine orientale”.

Presidente, la partecipazione spontanea di tante città a quali riflessioni conduce?

Che si tratti di un ricordo che riguarda tutti gli italiani, non solo gli esuli o solo uno schieramento politico: non di una parte dell’Italia, quindi, né di una vicenda circoscritta nel tempo e nello spazio legata alla violenza dell’età dei nazionalismi e delle guerre europee, ma un atto di consapevolezza della Nazione italiana su quello che ha significato il ‘900 qui. Riguarda, dunque, la memoria, il profilo storico e l’identità degli italiani della costa orientale dell’Adriatico: memoria delle violenze prodotte, con le forsennate politiche di oppressione e di espansione, e delle violenze e dei torti subiti”.

Ogni anno, accanto alle cerimonie, agli interventi qualificati, non mancano atteggiamenti negazionisti ed estremisti, Lei che cosa ne pensa?

Che sia inevitabile, la verità scatena le reazioni più disparate ma tutto ciò non deve farci perdere di vista gli obiettivi che ci siamo posti, che stiamo perseguendo e che si stanno dimostrano giusti e legittimi. Soprattutto per quanto concerne l’evoluzione dell’impegno, in particolare sui temi della storia. Molto si sa ormai sulle foibe, basti pensare ai lavori di Valdevit, di Pupo e di Spazzali, e molto si sa sull’esodo anche se devono continuare il reperimento delle fonti con l’apertura di tutti gli archivi. Nel clima politico e civile diverso che l’Europa ci ha aiutato a costruire e consolidare nel tempo, ora siamo in grado di guardare a tutto questo passato con una diversa consapevolezza”.

Per esempio?

“Possiamo guardare senza velleità ma senza fatalistiche rinunce, con serietà agli strumenti culturali – in primo luogo per la scuola – che oggi sono a disposizione e dagli strumenti giuridici (indennizzi, beni abbandonati) che possono ancora sanare vecchie ingiustizie. Siamo in grado di fare tutto questo correttamente ed utilmente per tutti. Il mondo degli esuli ha capito molte cose, ha contribuito alla costruzione del Paese e dell’Europa ed ha ben chiari le responsabilità e il senso storico riguardante il ruolo che gli italiani dell’Istria, Fiume e della Dalmazia oggi possono avere nella costruzione di una nuova stagione per l’Adriatico. La nostra esperienza molto può dire sull’Europa del ‘900, con i suoi nazionalismi e totalitarismi e molto possono dire all’Europa di oggi, quella dell’unificazione e dell’integrazione."

Anche la scuola ha finalmente recepito questo messaggio. Cosa ne pensa?

“Considero positivo il fatto che il Ministro Mariastella Gelmini, proprio in questi giorni abbia emesso una Circolare alle scuole nella quale ribadisce l’importanza del 10 febbraio affinché i giovani, anche con il coinvolgimento delle Associazioni degli esuli, vengano impegnati in questa importante ricorrenza di grande valore educativo e formativo. Si tratta di un altro successo del tavolo FederEsuli-Governo che prosegue sul cammino della sensibilizzazione e coinvolgimento di enti ed istituzioni sulle tematiche di fondamentale importanza per il mantenimento della realtà giuliano-dalmata in Italia e nel Mondo”.

Che cosa prevede esattamente la Circolare del Ministro e che cosa significa per voi?

“È prevista da parte delle scuole l’organizzazione, in occasione di questa giornata, di iniziative volte a diffondere la conoscenza dei tragici eventi che costrinsero centinaia di migliaia di Italiani, abitanti dell'Istria, di Fiume e della Dalmazia, a lasciare le loro case, spezzando secoli di storia italiana in quei territori. Sono prese di posizione che sanciscono il risultato di un lavoro svolto dalle Associazioni degli Esuli sin dalla prima Giornata del Ricordo del 2003 non ancora divenuta legge ma che aveva decretato l’inizio di un processo di coinvolgimento delle istituzioni e schieramenti politici sfociato nella legge votata in modo trasversale in Parlamento. Sin dall’inizio la nostra è stata una battagli decisa e ferma per quanto concerne il coinvolgimento delle scuole, affinché i giovani sappiano e conoscano una pagina di storia italiana per troppo tempo sottaciuta. Ed ora, tali iniziative, proprio nella volontà del Ministero, sono volte a valorizzare il patrimonio culturale, storico, letterario e artistico degli italiani dell'Istria, di Fiume e delle coste dalmate, in particolare ponendo in rilievo il loro contributo allo sviluppo sociale e culturale del territorio della costa nord-orientale adriatica, ed altresì a preservare le tradizioni delle comunità istriano-dalmate residenti nel territorio nazionale e all'estero”.

Quali le manifestazioni di maggior rilievo in Italia e nel Mondo?

“Sono tutte ugualmente importanti, alcune avranno maggiore visibilità, mi riferisco alla cerimonia al Quirinale con la partecipazione del Capo dello Stato, Giorgio Napolitano e l’intervento di Staffan de’ Mistura, alto funzionario dell’ONU, dalmata, che porterà la parola degli Esuli. Ma in ogni luogo in cui si parlerà di noi, sono convinto che ci sarà la medesima solennità e commozione anche per la spontaneità di questi avvenimenti e per il rispetto che le persone coinvolte dimostrano per le nostre vicende, i nostri lutti ma anche le speranze di questo popolo sparso. La speranza della verità e della giustizia fatta di parole e di gesti che noi stiamo perseguendo da tempo con il garbo e la forza che ci contraddistingue”.

A Trieste, domani alle 10 la cerimonia alla Foiba di Basovizza e nel pomeriggio la proiezione di alcuni film importanti all’Auditorium del Revoltella. Incontri importanti anche a Gorizia e in altre località della regione. Così come a Milano, Torino, Genova, Firenze Bologna, tanto per citare alcune destinazioni. A Torino anche con la partecipazione del coro della Comunità degli Italiani di Pola a conferma di quella volontà di ricomposizione che fa parte di un progetto più ampio che riguarda il futuro di questa realtà.

Ma il 10 Febbraio verrà ricordato anche nel resto del Mondo nell’ambito dei Comitati giuliano-dalmati che operano nei vari continenti e ai quali il Presidente Dario Locchi, Presidente dell’Associazione Giuliani nel Mondo ha inviato un messaggio sui significati della ricorrenza, insieme ad un plauso per ciò che già, spontaneamente, viene fatto ovunque le genti di queste nostre terre ha cerato nuove realtà ma con un’attenzione sempre viva nei confronti delle radici e della propria storia.

Rosanna Turcinovich Giuricin

 

 

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