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10 feb – NAPOLITANO: NON RESTARE OSTAGGI DEL PASSATO

"La memoria sia coltivata. Ciascun paese ha il dovere di ricordare la propria storia, di non cancellare le tracce delle sofferenze subite dal proprio popolo" ma "l'essenziale è non restare ostaggi né in italia né in Slovenia né in Croazia degli eventi laceranti del passato", con queste parole il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha celebrato al Quirinale la Giornata del Ricordo, in memoria delle vittime delle Foibe. Nel suo intervento il capo dello Stato ha guardato avanti, al futuro: "Posta fine a ogni residua congiura del silenzio, a ogni forma di rimozione diplomatica o di ingiustificabile dimenticanza, possiamo finalmente guardare avanti, costruire e fare progredire una prospettiva di feconda collaborazione sulle diverse sponde dell'adriatico. Il sacrificio delle generazioni che ci precedono non è stato vano se oggi possiamo costruire un avvenire migliore per i nostri popoli e per l'Europa".

L'appartenza all'Europa come nuova frontiera per superare ferite antiche. Che non vanno dimenticate, ma non devono più dividere, ne essere d'ostacolo. Riferendosi ai rapporti con la Slovenia e la Croazia, Napolitano ha preso atto di come "ci siano di fronte certe reazioni polemiche nei confronti anche di mie parole" pronunciate alcuni anni fa. Le incomprensioni sono state superate la scorsa estate con un incontro a Trieste e in occasione delle visita a Roma del presidente sloveno, Turk, "la prima che abbia avuto luogo dopo il riconoscimento dell'indipendenza di quel paese amico". Oggi "ci auguriamo che presto l'Unione europea accoglierà anche Zagabria".

"La presenza di minoranze nazionali nei nostri tre paesi rievoca vincoli storici culturali che si snodano attraverso secoli di civiltà", ha sottolineato ancora il capo dello Stato "il quadro di fondo è una nuova comunità di valori fra i tre paesi. Siamo, o stiamo per diventare, tutti cittadini europei". Ragione per cui è oggi "possiamo finalmente guardare avanti, costruire e far progredire una prospettiva di feconda collaborazione sulle diverse sponde dell'Atlantico", in un quadro di fondo che "è dunque una nuova comunità di valori tra i tre Paesi".

Napolitano ha poi colto l'occasione per un nuovo appello a celebrare senza polemiche il 150esimo anniversario dell'Unità d'Italia. E' necessario, ha spiegato Napolitano, "ritrovarsi tutti in progetti lungimiranti" e insieme richiamarsi "all'eredità del Risorgimento e del concorso di tanti patrioti delle terre adriatiche. Facciamolo nelle spirito di serene e riflessive celebrazioni".

Per il governo oltre a Letta c'era il ministro della Difesa, Ignazio La Russa. Fra i presenti anche i vicepresidenti di Senato, Rosy Mauro, e della Camera, Antonio Leone, oltre al giudice della Corte costituzionale, Paolo Maria Napolitano, e al capo della Polizia, Antonio Manganelli. A rappresentare i familiari delle vittime il presidente dell'Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, Lucio Toth.

(fonte larepubblica.it)

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