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10 gan – Crevato-Selvaggi interviene sul francobollo per Boscovich

Al dottor Pier Paolo Francini
Direttore Ufficio Filatelico e Numismatico
Città del Vaticano

Gentilissimo Direttore,

mi associo alle numerose lettere che, mi risulta, Lei abbia ricevuto da diversi esponenti del mondo filatelico nonché di quello dei cultori di storia e civiltà dalmata sul tema della prossima emissione congiunta fra la Città del Vaticano e la Croazia, ed in particolare alle nobili e colte lettere del prof. Giuseppe de Vergottini, Presidente di Coordinamento Adriatico, e del sen. Lucio Toth, Presidente dell'Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia.

Il programma prevede l'emissione di un francobollo dedicato a "Ruder Josip Boskovic".

Ebbene, questa è la lezione croata del nome di Ruggiero Giuseppe Boscovich, eminente scienziato gesuita, nato nel 1711 nell'allora Repubblica di Ragusa (città dalmata che oggi ha nome Dubrovnik), che mai fu utilizzata dal suo detentore, ma venne realizzata per velleità nazionaliste condannate dalla storia ma che, presenti in alcuni circoli croati ormai da tempo, purtroppo ancora oggi ogni tanto riaffiorano nella giovane Repubblica d'oltre Adriatico. Questa, com'è comprensibile e corretto, sta costruendo la propria identità nazionale attraverso la propria storia; purtroppo, per farlo, a volte incorpora e fa propri in modo esclusivo personalità di cultura universali, giungendo a stravolgerne il nome, lo spirito, il pensiero, le opere. L'auspicio di tutti, naturalmente, è che la Repubblica di Croazia abbandoni questi estremismi nazionalistici e sciovinisti, come già molti Stati dell'Europa occidentale – Italia compresa – hanno fatto da tempo; ma sino a che così non sarà, tocca alla storia ed alla cultura non farsi stravolgere o fuorviare.

Lasciare la dignità del proprio nome, come fu imposto col battesimo dai genitori, come il detentore stesso chiedeva, e come la storia e la cultura hanno tramandato sino a noi attraverso il ricco patrimonio di carte, libri e documenti, è atto di libertà, di magnanimità, di giustizia storica, di rispetto e di carità. Storpiare (che altro non sarebbe) il nome, invece, mostra solo non conoscenza della storia e della cultura, ed acquiescenza a sentimenti sciovinisti che non appartengono allo Stato della Città del Vaticano.

Non mi dilungo sui riferimenti storici e archivistici che, numerosi, Le sono già giunti. Allegherò solo, a mero titolo d'esempio, le immagini del frontespizio di un'opera del Nostro, in cui compare il suo nome scritto nella forma corretta, nonché alcune immagini del suo autografo, ovvero il proprio nome come egli stesso lo scriveva, il che mi pare una dimostrazione inconfutabile e definitiva (tratte dagli archivi ove si conservano sue lettere).

Poiché la questione è già rimbalzata sulla stampa filatelica (www.vaccarinews.it, pagina mensile sul "Corriere dell'Umbria", a cura di Giovanni Bosi) nonché sulla stampa nazionale italiana e croata (e presumibilmente verrà ancora ripresa, sia sulla stampa filatelica sia sulla stampa nazionale) credo che una Sua parola chiarificatrice sia attesa al più presto da tutti, e confido che – quanto prima Le sarà possibile – non vorrà farla mancare al mondo dei filatelisti nonché a quello degli studiosi e dei cultori di storia e civiltà dalmata.

La saluto cordialmente

Bruno Crevato-Selvaggi
Vicepresidente della Federazione fra le Società Filateliche Italiane
Consigliere della Società Dalmata di Storia Patria
Segretario generale della Consulta delle associazioni, istituti e società di studio su Istria, Fiume e Dalmazia

Lido di Venezia, 10 febbraio 2011

 

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