E' mancato a Reggio Emilia, dove risiedeva, Graziano Udovisi, unico sopravvissuto agli eccidi delle Foibe, dei quali ha dato testimonianza tutta la vita.
Era nato a Pola il 6 luglio 1925 da Francesco e Anna Seskar.
Graziano Udovisi nel 1943 è un giovane diplomato di Pola, importante base navale italiana in Istria. Dopo lo sbando generale conseguente all'armistizio dell'8 settembre, all'età di 18 anni, decide di arruolarsi insieme ad altri giovani suoi coetanei, nella Milizia territoriale, per difendere Pola dagli attacchi dei comunisti iugoslavi del maresciallo Tito. Terminata la guerra si presenta al comando di zona, tenuto dai partigiani titini e italiani. Trattenuto, subisce torture di ogni genere per alcuni giorni, poi viene infoibato insieme ad altri sventurati. Da quella voragine, riesce miracolosamente a risalire. Ricorda come la fede gli abbia fatto forza permettendogli di uscire vivo da quell'inferno.
Processato dagli italiani presso il Tribunale di Trieste (Trieste era sottoposta al Governo Militare Alleato) per “collaborazionismo col tedesco invasore”, si oppone dichiarando di aver difeso il suolo italiano dallo slavo invasore. Il Tribunale non crede al suo calvario, disconoscendo le foibe, e lo imprigiona prima a Padova, poi a Venezia, Udine, Gorizia, Trieste e Civitavecchia, dove viene liberato nel 1947.
Insegnante elementare, nel dopoguerra insegna nel mantovano (Concoro, Gonzaga) e poi nel reggiano (Novellara, Rubiera).
Nel 2005, nel corso di una commovente cerimonia, ha ricevuto a Sanremo uno speciale "Oscar TV" collegato alla fiction Rai "Il cuore nel pozzo", incentrata proprio sul dramma delle foibe.
(Graziano Udovisi nella sua ultima intervista al TG1)