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11 gen – Josipovic e gli italiani: pensieri e parole

Da "Il Fatto Quotidiano" dell'8 gennaio scorso riportiamo alcuni passi dell'intervista al neo-presidente croato.

Crede che fra Italia e Croazia restino ancora delle questioni da risolvere?

In primo luogo sui beni degli italiani che hanno lasciato la Jugoslavia sotto Tito. Il punto è che esiste un accordo fra l'Italia e la Jugoslavia – di cui la Croazia è stato successore – che va rispettato. Non c'è necessità, dal punto di vista croato, di cercare nuove formule.

Cosa pensa del Giorno del Ricordo dedicato alle foibe, che in passato ha innescato una polemica fra Napolitano e Mesic?

Le foibe sono un evento storico tragico. Molte persone sono morte senza ragione, e mi dispiaccio per ogni singola vittima. Credo comunque che né il popolo italiano né quello croato debbano cambiare la storia, visto che la successione degli eventi è chiara. La Croazia è stata invasa dai nazifascisti: molte persone ne hanno sofferto, e le dobbiamo rispettare allo stesso modo. Più in generale i diritti umani vadano sempre rispettati, al pari dell'integrità di ogni singola vittima.

All'interno della minoranza italiana in Croazia esiste il timore di una completa assimilazione. A Lussino, per esempio, gli abitanti italofoni lamentano l'assenza di una scuola in lingua. Cosa intende fare per sostenere le minoranze?

Le supporto pienamente e sottolineo che disponiamo di un'ottima legislazione costituzionale. È però vero che alcune disposizioni non sono rispettate in tutte le regioni del paese: lavorerò affinché questo non avvenga più. E il mio impegno vale per la minoranza italiana quanto per le altre, compresa quella serba. Ogni comunità ha diritto a coltivare la propria identità nazionale.

Aumenterà quindi i fondi destinati alla loro tutela?

Investiremo in questo settore, come più in generale nella difesa dei diritti umani. La Croazia ha accettato il ricorso a un arbitrato internazionale per risolvere la disputa confinaria che la oppone alla Slovenia.

Ne accetterà il risultato, qualunque esso sia?

In Parlamento mi sono opposto all'arbitrato, perché a mio modo di vedere indebolisce la nostra posizione come stabilita dal diritto internazionale. Tuttavia questa soluzione ha ottenuto l'appoggio del Parlamento. E quindi, se dovrò accettarne i risultati, lo farò.

Intende seguire la politica di Mesic, pienamente rispettosa della sovranità della Bosnia?

. È chiaro ai fini del diritto internazionale che la Bosnia è un paese indipendente e che noi non siamo titolati a interferire nei suoi affari. Chiaramente, poi, la nostra Repubblica ha un interesse legittimo a proteggere i croati di Bosnia, che devono godere degli stessi diritti degli altri due popoli costituenti del paese.

(ha collaborato Enrico Maria Milic)

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