11 settembre 1919: la vigilia dell’impresa di Fiume e i “giurati di Ronchi”

Con origini trevigiane di Crocetta del Montello, luogo natio della famiglia, Riccardo Frassetto nacque a Roma nel 1893. Fu tenente dei Granatieri di Sardegna nella Grande Guerra quando riportò tre ferite. Finita la guerra, i Granatieri furono occupati a presidiare Fiume, nell’ambito della missione interalleata che vigilò sulla sicurezza della città contesa tra Italia e neonato Regno dei Serbi, Croati e Sloveni. Nella città del Quarnaro già dal 30 ottobre 1918 il Consiglio nazionale italiano, appellandosi al diritto di autodeterminazione dei popoli, proclamò l’unione di Fiume alla madrepatria, l’Italia. Fiume tuttavia, pur abitata in maggioranza da italiani, non rientrava tra le rivendicazioni del Regno d’Italia accolte dalla Triplice Intesa col Patto di Londra nel 1915. La diplomazia del tempo ritenne che avrebbe costituito lo sbocco al mare di un Impero austro-ungarico sconfitto, ridimensionato e già privato di Trieste, Pola e della Dalmazia, cedibili all’Italia.

Come ha scritto Giorgio Frassetto, nipote del personaggio, fu proprio Riccardo Frassetto, nel 1919, il promotore e primario protagonista della dannunziana Impresa di Fiume. Il 28 agosto del 1919 scrisse da Ronchi di Monfalcone – oggi Ronchi dei Legionari (GO) – a nome di altri sei giovani ufficiali, una lettera a Gabriele d’Annunzio, in quel periodo residente a Venezia, alla Casa Rossa.

I sette giurati – Chi sono i Sette? Il Tenente Riccardo Frassetto, Ten. Vittorio Rusconi, Sotto Ten. Claudio Grandjacquet, S. Ten. Rodolfo Cianchetti, S. Ten. Lamberto Ciatti, S. Ten. Enrico Brichetti, S. Ten. Attilio Adami. Più che una lettera – ha aggiunto Giorgio Frassetto – fu un potente appello al Poeta Soldato. “Sono i Granatieri di Sardegna che vi parlano… È Fiume che per le loro bocche vi parla… Noi abbiamo giurato sulla memoria di tutti morti per l’Unità d’Italia: Fiume o Morte! E manterremo il giuramento perché i Granatieri hanno una fede sola e una parola sola. Voi non fate niente per Fiume? Fatelo, è vostro dovere farlo, è vostro dovere ricordare agli Italiani che hanno combattuto per un ideale grandemente bello: per la Libertà! Lasciate per un momento le conquiste di Pace! L’Italia non è compiuta. In un ultimo sforzo la compiremo”.

Si riunirono nella camera del tenente, detta del macellaio. L’accesso fu proibito a chi non era parte della banda dei giovani ufficiali. La stanza fu pavesata con bandiere e prestarono solenne giuramento: “In nome di tutti i morti per l’Unità d’Italia, giuro di essere fedele alla causa santa di Fiume e di non permettere mai, con tutti i mezzi, che si neghi a Fiume l’annessione completa e incondizionata all’Italia. Giuro di essere fedele al motto: Fiume o Morte”.

Lessero il giuramento a voce alta e lo sottoscrissero solennemente, mentre tenevano la mano destra sul pugnale – ha continuato Giorgio Frassetto. Con la firma diventarono “I sette Giurati di Ronchi”. Serviva un capo e il tenente Frassetto propose Gabriele d’Annunzio, l’eroe di Buccari e del Volo su Vienna, allora residente a Venezia, alla Casa Rossa. Fu designato lui ad andare a Venezia e, alle ore 8 dell’8 settembre 1919, bussò alla porta di quella casa, ma era troppo presto. D’Annunzio non era ancora alzato e il maggiordomo lo fece attendere in giardino.

Riccardo Frassetto

Poi ci fu l’incontro. “Comandante! A Ronchi abbiamo capito che il rinvio doveva essere stato causato da un grave motivo, ma a Ronchi c’è un battaglione di uomini in fermento. Il comando di Reggimento è a Monfalcone e la più piccola indiscrezione può compromettere tutto”.

D’Annunzio replicò: “No, no, non si deve compromettere nulla. Io sono pronto. Quando si può agire?”

“Al massimo entro quarantotto ore, Comandante”.

D’Annunzio ebbe un attimo di incertezza, chinò lo sguardo e poi, quasi timido, rispose: “Vede, io sono superstizioso. Credo nella fortuna di certe date. Posdomani è il dieci… sarebbe da rimandare l’azione all’undici, è un giorno fortunato per me… è il giorno di Buccari”.

“Faccia lei, Comandante, il suo desiderio è un ordine per noi.” Poi, per testare la sua fermezza, chiese a bruciapelo: “E se gli alleati si opporranno?” “Spareremo, comandante.”

Gabriele d’Annunzio proruppe in una risata mentre gli posò una mano sulla spalla. “Ella oggi stesso ripartirà per Ronchi con la mia macchina. Il mio chauffeur l’attende con l’automobile a San Giulian”. Mi consegnò una lettera e mi fece leggere lo scritto indirizzato al maggiore Reina: “Giovedì sarò a Ronchi per partire verso il gran destino”. Poi mi tracciò il programma: “Ella questa sera è a Ronchi. Di lì prosegua per Fiume, informi Host Venturi che giungeremo in città alle prime ore del giorno dodici. E la sera del dieci, ella sia nuovamente qui”. (Giovanni Host-Venturi, o Nino Host-Venturi, fu un politico e storico italiano. Protagonista dell’impresa di Fiume, fu Ministro delle Comunicazioni del Regno d’Italia. Carlo Reina, ufficiale dei Granatieri di Sardegna, partecipò con d’Annunzio all’impresa di Fiume. Dal settembre 1919 al dicembre 1919, fu il Capo di Stato Maggiore dell’esercito legionario, NdR).

Il giorno dieci, il tenente Frassetto fu nuovamente a Venezia, trovò il Poeta febbricitante ed ebbe il timore che il patriottico progetto svanisse nel nulla. D’Annunzio lo confortò e gli disse testualmente: “Non sempre la volontà dello spirito trionfa sulla debolezza della materia”. E aggiunse: “Non si preoccupi, domani, 11 settembre alle 14.00, una lancia dell’Ammiragliato ci porterà a San Giuliano dove ci aspetta la mia auto”.

Il giorno dopo, nella grande Fiat T4 salirono Gabriele d’Annunzio, il ten. Riccardo Frassetto, il ten. aviatore Guido Keller e l’attendente Italo Rossignoli. Al volante l’autista Giacomo Basso. Ecco il pensiero di Riccardo Frassetto in quel momento: “Al via, sento in me lo scoccare di un attimo storico. Sono le ore quattordici e minuti trenta dell’11 settembre 1919”. L’obiettivo fu di conquistare Fiume, riparando alla vittoria mutilata che aveva privato l’Italia di quella città.

Frassetto era di natura modesto e riservato e, solo dopo la sua morte, fu trovato l’Alto Encomio che il Vate gli dedicò. “Il tenente dei Granatieri Riccardo Frassetto fu il più attivo, e il più a me vicino, tra i sette giurati di Ronchi. Dopo la Marcia, dopo l’occupazione di Fiume, per sedici mesi di invitto supplizio io l’ebbi sempre al mio fianco, cooperatore costante e vigilante. La sua sagacità è pari alla sua probità, il suo valore è pari alla sua modestia, la sua diligenza è pari alla sua attenzione. Fra tutti i miei Legionari egli è veramente esemplare. Non mai la più lieve ombra passò tra lui e il suo capo. In ogni occasione, nella più triste, nella più lieta, la sua luminosa sincerità non ebbe mai oscuramento”.

Le sue ceneri al Vittoriale – L’urna, con le ceneri del Giurato di Ronchi Riccardo Frassetto, è stata tumulata con cerimonia solenne il 14 maggio 2024, nella Cripta del Mausoleo del Vittoriale degli Italiani a Gardone Riviera (BS), vicino al suo Comandante Gabriele d’Annunzio, come da sue volontà e desiderio. Al termine della cerimonia il suo discendente Giorgio Frassetto ne ricordò la figura alternandosi con l’attore Danilo Lazzerini, il quale lesse brani tratti dai libri scritti dall’illustre Granatiere e passi della lettera dei giurati di Ronchi a d’Annunzio. Il Senatore Roberto Menia tenne un intervento conclusivo. Era presente una delegazione della sezione Riviera del Brenta dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia.

Frassetto con Gabriele d’Annunzio intrattenne un ventennale rapporto di amicizia, fiducia e frequentazione, fino alla morte del Poeta nel 1938. Scrisse per il “Corriere dei Piccoli”, collaborò con la SIAE e nel 1937 si trasferì a Roma come fotografo ufficiale dell’E42, oggi EUR, l’Esposizione Universale di Roma del 1942, mai avvenuta a causa della guerra.

Nel 1941, fu richiamato come maggiore nel Secondo Conflitto Mondiale. Combatté in Albania e Grecia. Nel 1943 fu catturato ad Atene dai tedeschi che lo internarono in un campo di concentramento in Germania. Rientrato in Italia, visse a Treviso dove morì nel 1964 a 71 anni.

Diede alle stampe due libri: “I Disertori di Ronchi” del 1926 (Milano, Casa Editrice Carnaro). Il testo fu approvato dal Comandante d’Annunzio con le seguenti parole: “Grazie per il tuo bel libro. Caro Riccardo, ora sei autore fra gli autori”. La pubblicazione riportò i fatti e gli antefatti dell’Impresa; è considerata dagli storici una attendibile testimonianza degli eventi fiumani.

“Fiume o Morte”, del 1940 (Edizioni Mercurio, Roma), non ebbe il successo del primo libro per l’entrata in guerra dell’Italia e per una bomba che colpì il deposito dove erano immagazzinate le copie. Ci fu un terzo progetto di pubblicazione, insieme ai futuristi Tommaso Marinetti e Mino Somenzi, ma fu sospeso sul nascere, sempre a causa del conflitto.

“Nel 2020 – ha riferito Giorgio Frassetto – dopo mesi di ricerca, sono riuscito a rintracciare tutti i discendenti dei Sette Giurati di Ronchi, fra cui  l’avvocato Giovanni Adami di Udine, nipote di Attilio, e organizzare con loro una sorta di rimpatriata storica al Vittoriale. Il 6 maggio 2024 ho organizzato un evento sul tema alla sala conferenze del Senato a Roma. Il 14 settembre 2024, lo scoprimento del monumento al Parco San Giuliano di  Mestre, dedicato ai Granatieri di Sardegna e al tenente colonnello Riccardo Frassetto, Primo Giurato di Ronchi, è il raggiungimento di un importante traguardo ed è come la conclusione di un ciclo”. [rinviato a data da destinarsi per motivi tecnici e burocratici, NDR]

Cronologia

Per la presente cronologia sui fatti storici di Fiume ci si è avvalsi principalmente dell’ottima opera di Carlo Cesare Montani pubblicata nel 2021, cui si rimanda per eventuali approfondimenti.

1779 – Maria Teresa trasferisce Fiume all’Ungheria confermando la sua indipendenza dalla Croazia e le riconosce la prerogativa di “Corpus separatum”.

1905 – Costituzione dell’Associazione patriottica “Giovane Fiume”.

18 ottobre 1918 – Andrea Ossoinack, deputato fiumano al Parlamento ungherese, afferma il diritto della sua città all’autodecisione, richiamandosi ai principi del presidente statunitense Wilson.

30 ottobre 1918 – A Fiume il Consiglio nazionale italiano, appellandosi al diritto di autodeterminazione dei popoli, proclama l’unione di Fiume alla madrepatria, l’Italia.

1919 – Nel mese di aprile il capitano Giovanni Host-Venturi creò la Legione fiumana, costituita da un nucleo di volontari per difendere la città dal contingente francese ritenuto filo-jugoslavo. Altri  comandanti dei reparti dei legionari fiumani sono Giorgio Conighi e Giuseppe Sovera (Mimmo Franzinelli M, Cavassini P 2009 : 57).

25 agosto 1919 – I Granatieri di Sardegna, della forza internazionale, a seguito delle decisioni assunte nella Conferenza di Parigi, devono lasciare Fiume tra forti manifestazioni di simpatia da parte della cittadinanza.

10 settembre 1919 – Firma del Trattato di St. Germain-en-Laye. L’Austria cede all’Italia il Trentino-Alto Adige, la Venezia Giulia, ma non Fiume. Resta in sospeso la questione dalmata e Zara è italiana solo dopo il Trattato di Rapallo del 1920.

12 settembre 1919 – Marcia di Ronchi. Gabriele d’Annunzio ed i suoi legionari prendono possesso di Fiume “in nome dell’Italia” e sono accolti da una popolazione entusiasta. Il Comandante si insedia con l’avallo del Consiglio nazionale italiano e proclama l’annessione della città all’Italia. Il governo Nitti si dissocia.

26 ottobre 1919 – Plebiscito di italianità a Fiume. Il 94 per cento dei suffragi si esprime per l’Unione Nazionale.

12 agosto 1920 – Gabriele d’Annunzio proclama la “Reggenza Italiana del Carnaro”.

8 settembre 1920 – Promulgazione della Carta del Carnaro. Quattro giorni dopo Giovanni Host Venturi, Maffeo Pantaleoni e Icilio Bacci entrano nel governo fiumano.

12 novembre 1920 – Firma del trattato di Rapallo ed istituzione dello Stato libero di Fiume sotto la tutela della Società delle Nazioni. I legionari della Reggenza si impadroniscono delle isole di Arbe e di Veglia.

25 dicembre 1920 – Col “Natale di Sangue” a Fiume inizia il conflitto tra il governo di Roma e quello della Reggenza di d’Annunzio.

26 dicembre 1920 – Bombardamento navale di Fiume da parte delle forze governative. Viene colpito anche il palazzo della Reggenza e Gabriele d’Annunzio resta leggermente ferito.

31 dicembre 1920 – La Reggenza firma l’atto di resa. Il bilancio è di circa 60 caduti, tra cui alcuni civili. Contestualmente, nasce lo Stato libero di Fiume.

2 gennaio 1921 – “Alalà funebre” nel Cimitero di Cosala, pronunciato dal Comandante. Iniziano le procedure per la partenza dei Legionari.

18 gennaio 1921 – Gabriele d’Annunzio parte per ultimo. Lo stesso anno inizia il “grande esodo” di italiani dalla Dalmazia che diventa parte del Regno dei Serbi, Croati e Sloveni con la sola eccezione di Zara. Alceste De Ambris fonda con Umberto Foscanelli ed Eno Mecheri la Federazione Nazionale dei Legionari Fiumani, che avrà lunga vita.

24 Aprile 1921 – 6.114 fiumani votano a favore degli Autonomisti di Riccardo Zanella e 3.440 per d’Annunzio. Riccardo Zanella è Presidente dello Stato Libero di Fiume dal 5 Ottobre 1921 al 3 Marzo 1922, spodestato da un colpo di stato irredentista favorito dalla complicità delle forze militari italiane malgrado avessero il compito di assicurare l’ordine pubblico (Decleva R 2017 : 35).

27 gennaio 1924 – Roma, con la firma dell’accordo italo-jugoslavo di collaborazione, si formalizza l’annessione di Fiume all’Italia di Mussolini.

3 maggio 1945 – Conquista dei partigiani jugoslavi di Fiume, divenuta: Rijeka.

10 febbraio 1947 – Fiume è ceduta alla Jugoslavia.

25 giugno 1991 – Indipendenza della Repubblica di Croazia, cui fa parte Fiume / Rijeka.

Fonte digitale – Giorgio Frassetto, Treviso 1942, vive a Conegliano (TV), email all’A. del 12 agosto 2024.

Documenti originali – Giorgio Frassetto, Gabriele d’Annunzio e Riccardo Frassetto. Vent’anni di amicizia, di fiducia e di frequentazione. Dall’Impresa di Fiume al Vittoriale degli Italiani, Formato RTF, 2024, pp. 4.

Bibliografia e cenni dal web

– Giovanni Adami, Carlo Del Torre, Attilio Adami dei sette giurati di Ronchi, Massa (MS), Eclettica, 2019.

– Carlo Leopoldo Conighi, Entrata di D’Annunzio a Fiume, 1919, a cura di Elio Varutti, on line dal 10 febbraio 2014 su  www.academia.edu

– Rodolfo Decleva, Piccola storia di Fiume, 1847 – 1947, Sussisa di Sori (GE), [s.e.] impaginato da ilpigiamadelgatto, 2017.

– Mimmo Franzinelli, Paolo Cavassini, Fiume. L’ultima impresa di D’Annunzio, Milano, Mondadori, 2009.

– Carlo Cesare Montani, Udine, Venezia Giulia-Istria-Dalmazia. Pensiero e vita morale. Tremila anni di storia. Antologia critica. Cronologia, Udine, Aviani & Aviani, 2021.

– E. Varutti, “Il monumento a D’Annunzio”, in Ferruccio Tassin (cur), Monfalcon, LXXXIII congresso, Monfalcon 24 settembre 2006, Udine, Societât Filologjiche Furlane, pp. 231–237.

– E. Varutti, Incarcerato dai titini, mio papà ai lavori forzati di Lubiana, 1948-1955, [con cenni su Attilio Adami, giurato di Ronchi] on line dal 10 marzo 2020 su  anvgdcomitatoprovincialediudine.wordpress.com

Progetto e attività di ricerca: Elio Varutti, Coordinatore del gruppo di lavoro storico-scientifico dell’ANVGD di Udine. Ha collaborato Bruno Bonetti. Networking a cura di Maria Iole Furlan e E. Varutti. Lettori: Giorgio Frassetto, Bruna Zuccolin, Daniela Conighi, Sergio Satti, Annalisa Vucusa (ANVGD Udine), Claudio Ausilio (ANVGD Arezzo), i professori Paola Quargnolo e Enrico Modotti. Grazie a Alessandra Casgnola, Web designer e componente del Consiglio Esecutivo dell’ANVGD di Udine. Copertina: Riccardo Frassetto nel 1927. Collezione di Giorgio Frassetto.

Adesioni al progetto: Centro studi, ricerca e documentazione sull’esodo giuliano dalmata, Udine e ANVGD di Arezzo. Fotografie dell’archivio di Giorgio Frassetto, Conegliano (TV). Studi presso l’archivio dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia (ANVGD), Comitato Provinciale di Udine, che ha la sua sede in Via Aquileia, 29 – primo piano, c/o ACLI. 33100 Udine.  – orario: da lunedì a venerdì  ore 9,30-12,30.  Presidente dell’ANVGD di Udine è Bruna Zuccolin. Vice presidente: Bruno Bonetti. Segretaria: Barbara Rossi. Sito web:  https://anvgdud.it/

Fonte: ANVGD Udine – 21/08/2024

 

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