Pescata di valore storico per il novantenne Pave Volarevic, ritenuto unanimemente il più vecchio pescatore narentano e della Contea di Ragusa (Dubrovnik). L’anziano ha calato le sue reti in mare nello specchio antistante Punta Radalj, in un’area non molto distante dalla località di Metkovic (Porta Perenta), situata nel delta del fiume Narenta, ed ha riportato a galla nientemeno che un busto bronzeo di Josip Broz Tito, il Maresciallo della Jugoslavia, scomparso nel 1980.
Non sarà magari una scoperta archeologica pari a quella del Bronzo di Lussino, altrimenti chiamato l’Atleta della Croazia, tornato in superficie dopo ben 2 mila anni, ma anche la notizia della pescata del vecchio Pave ha fatto clamore nella regione ragusea e nel resto del Paese perché le sue reti hanno permesso venisse recuperato un busto di quelli molto presenti dal 1945 agli inizi degli anni Novanta in sedi partitiche, sindacali, nei posti di lavoro e anche in case private. Poi, con la Federativa defunta, queste opere in bronzo o in altro materiale sono state collocate in punti non esposte e qualcuna è stata gettata anche negli immondezzai, a testimonianza di quanto sia vero il detto “sic transit gloria mundi”.
Volarevic ha pescato un busto pesante 2 chili e coperto da quelle incrostazioni tipiche per gli oggetti che stanno per lungo tempo in mare. «Ma io ho voluto rimetterlo a lucido – ha spiegato l’ancora vispo novantenne – ed ora lo porto con me, nella mia borsa, e lo mostro solo alle persone che mi aggradano. È il mio trofeo di pesca e me lo tengo stretto». Ai giornalisti che gli chiedevano se sapesse a chi fosse appartenuto il “Tito di punta Radalj”, Volarevic ha risposto senza esitare: «Credo che si trovasse nella casa di Aco Baranjin a Radalj. Questi fuggì a Belgrado durante la Guerra patria, il conflitto degli anni Novanta fra croati e serbi. Baranjin era una persona autorevole nell’allora Jugoslavia perché ricoprì anche l’incarico di vice ministro degli Affari interni».
L’anziano pescatore ha poi continuato: «Il titolare del dicastero a quei tempi era Aleksand Rankovic successivamente finito in disgrazia. Aco era invalido, gli avevano amputato una gamba e diceva di averla persa in una battaglia contro i tedeschi. Chissà se era vero. Parlo comunque di un uomo che era temuto, anche perché in casa a Radalj teneva numerose armi». Nel confessare che al posto del Maresciallo avrebbe voluto pescare qualche enorme esemplare di branzino o di orata, Volarevic ha parlato comunque di pesca fortunata, con il busto che sarà stato in acqua almeno per una ventina di anni. «Quello che prendi in mare è tuo», ha concluso l’arzillo vegliardo, fiero del suo trofeo.
Andrea Marsanich
“Il Piccolo” 9 ottobre 2012
Il pescatore con il suo prezioso trofeo (foto www.haber.ba)