La pagina nazionale de Il Piccolo destinata all’ Istria-Quarnero-Dalmazia dello scorso 4 aprile riserva un’ampia intervista, a firma dell’inviato Giulio Garau, al giovane sindaco di Pola Boris Miletic.
E’ un intervista a 360 gradi in cui entusiasmo, managerialità, buoni propositi e pragmatismo si fondono e confondono in un’unica ricetta, con cui il sindaco intende rilanciare Pola dal punto di vista urbanistico, dei servizi e turistico.
Mio padre era esule da Pola e la città la conosco e la frequento assiduamente, anche per i parenti che ancora vi risiedono. A maggio accompagnerò un ulteriore pullman di goriziani a visitare Pola. Non posso pertanto che apprezzare l’elenco dei cantieri già aperti o quelli che si intendono avviare a breve, viste le condizioni da oblio in cui era stata letteralmente fatta cadere: edifici fatiscenti, marciapiedi pericolosi, verde pubblico non curato, ecc.
Se un sincero plauso va al 35enne Miletic per questi lodevoli intendimenti, un grande rammarico va espresso invece per come in tutta l’intervista sia riuscito –ed era assai difficile – a non citare nemmeno una volta l’Italia, nella storia della città, oppure in termini turistici o di valore aggiunto.
E’ difficile ritenere che si sia trattata di mera dimenticanza, visto che a raccogliere le dichiarazioni è stato il quotidiano della Venezia Giulia e di Trieste, capitale morale dell’esodo.
E’ difficile credere che ancor oggi ragioni politiche inducano ad evitare riferimenti alle radici romane ed italiane di Pola, se non altro perché parte significativa del turismo in Croazia proviene proprio dall’Italia, ed anche dagli oltre 350 mila esuli e loro discendenti e parenti.
Il Sindaco meritoriamente pensa in grande in termini di servizi in rete per i cittadini (dall’acqua alle fognature, edifici scolastici e parchi giochi, sino al wireless), e per i turisti (grandi spazi, marina per megayacht), ma – se mi consente di dare sommessamente un modesto suggerimento –l’affermare queste radici romane ed italiane costituirebbero un valore aggiunto, scevro da ogni valutazione storica e politica, ed un ulteriore attrazione, anche per un clima di maggiore accoglienza che certamente è in grado solo di giovare alla città ed al turismo.
Rodolfo Ziberna, Presidente del Comitato ANVGD di Gorizia