Dal sito www.arcipelagoadriatico.it
Un complicato insieme di cause ha fatto si che, in realtà, solo due bambini potessero presentare, tramite i loro genitori, l’iscrizione alla sezione italiana dell’asilo Sunce di Zara, vanificando di fatto la possibilità di sussistere per la nuova struttura.
Secondo un recente articolo del quotidiano croato Slobodna Dalmacija (27 mag) i bambini privi della cittadinanza italiana non potevano accedere al prossimo anno didattico dell’asilo, non soddisfacendo una delle precondizioni indispensabili alla frequenza delle lezioni in lingua italiana. Secondo Maurizio Tremul, presidente della Giunta Esecutiva dell’Unione Italiana in Croazia, la norma è in contrasto con la Legge sull’educazione e sull’istruzione nella lingua e nella scrittura delle minoranze nazionali, che contempla precisamente che i bambini s’iscrivano in siffatte istituzioni alle medesime condizioni sussistenti per altre istituzioni croate. Inoltre, nell’eventualità di un eccesso di domande, ai bambini delle minoranze nazionali andrebbe addirittura data la precedenza. “Il che significa che la nazionalità non rappresenta in nessun modo condizione preliminare per l’iscrizione, in altre parole tutti inoltrano domanda e la priorità spetta alle minoranze soltanto nell’ipotesi d’istanze esuberanti, che non è il caso di Zara” – dice Maurizio Tremul.
Sembra che Ana Dunatov, direttrice dell’asilo comunale “Sunce”, abbia motivato la scelta dell’asilo con una politica di non-discriminazione in un contesto di generale eccesso di domande presentate. Secondo la direzione dell’istituto d’infanzia, sono stati quindi stabiliti dei criteri di selezione: i genitori, altrimenti, avrebbero iscritto i loro bambini nella sezione italiana, al solo scopo di garantirsi un posto per i loro figli.”Un’eventualità che non possiamo permettere, saremmo accusati di voler italianizzare i propri bambini. Abbiamo posto la condizione che del gruppo italiano debbano far parte bambini di nazionalità italiana ed io personalmente mi sono recata presso le autorità di Polizia per appurare se, all’atto della nascita, si debba assegnare ai bambini la nazionalità. Mi è stato risposto che la formalità si osserva da sei anni in qua, lasso temporale che riguarda, per l’appunto, la popolazione prescolare – afferma la direttrice Dunatov, aggiungendo che, in occasione del concorso per l’iscrizione dei bambini italiani, l’asilo è venuto incontro, non pretendendo che i loro genitori fossero occupati, primaria condizione per l’iscrizione”.