In queste ore da più parti d'Italia ci giungono segnalazioni di Esuli che notano come già dal 1946 (tre anni prima della circolare Scelba) i giuliano-dalmati dovevano apporre l'impronta digitale sulle loro carte d'identità, questa volta emesse dalle forze alleate.
Va quindi specificato che, mentre nei casi ante-1949 si trattava della emissione di documenti di riconoscimento personale, nei quali l'impronta era uno dei dati necessari, quella del 1949 è una vera e propria schedatura da parte delle questure, necessaria a creare un archivio dati.
Inoltre va detto che la circolare Scelba, ritirata dopo le proteste di Mons. Radossi e delle associazioni degli esuli, in effetti venne totalmente applicata, nel senso che il suo ritiro avvenne quando ormai tutti i profughi erano già stati schedati e i dati e le impronte erano a disposizione delle questure.
Non ci risulta infatti che il ritiro della circolare prevedesse la distruzione delle schedature, ma ne sospese solo la raccolta… quando essa era già terminata.