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12 nov – Cittanova d’Istria: 15 italiani sotto interrogatorio

“Quindici persone di nazionalità italiana sono state sottoposte in questi giorni a un interrogatorio di polizia presso il commissariato di Cittanova. Privatizzazione, cambiamento della destinazione d’uso di demani agricoli, fondi neri di formazioni partitiche? No, il loro crimine era quello di volere che il direttore della scuola elementare in lingua italiana fosse Italiano”: ha proferito così il presidente dell’Unione Italiana e deputato della CNI al Sabor, Furio Radin, ieri, a Pola, in conferenza stampa, quale reazione agli ultimi brutti risvolti assunti dalla vicenda del recente concorso per la nomina del direttore della scuola elementare italiana di Cittanova, che aveva visto in lizza le candidature di Floriana Bassanese Radin e di Mariza Labinjan. Il Comitato scolastico, si ricorderà, aveva promosso la domanda della Labinjan, ma gli altri organismi competenti non l’avevano appoggiata, fatto che ha sollevato un gran polverone mediatico, dal momento che il mancato appoggio alla candidatura della Labinjan era stato interpretato (secondo voci apparse su mass media della maggioranza), come rifiuto dovuto alla sua appartenenza alla nazionalità croata. Pronta la reazione dell’HDZ cittanovese, che non ha solo preso di mira la vicepresidente della Regione Istriana, Viviana Benussi – rea secondo loro di avere sostenuto con parole improprie la necessità che alla guida della scuola vi fosse una persona di nazionalità italiana – ma anche denunciato tutto il caso alla Procura di Stato tanto che, come conseguenza, rivelata da Radin, diversi appartenenti alla CNI sono stati già interrogati in questi giorni o sono in lista d’attesa per venire accomodati in commissariato.

«POLITICA DI BASSO RANGO» ”La vera causa di tutto quanto sta succedendo – ha asserito senza dubbi di sorta il presidente dell’Unione Italiana – è una politica del più basso rango: si evidenzia che è in atto la discriminazione di un candidato di nazionalità croata e si sottace che prima di questo, nella prima tornata di nomina, non era stata eletta una candidata che adempiva a tutte le condizioni richieste per detto incarico di lavoro: Floriana Bassanese Radin, persona di grande esperienza lavorativa, oltre a tutto Italiana, il che significa di lingua materna italiana, e, da non dimenticare, presidente dell’Assemblea dell’Unione Italiana. In definitiva, dotata di tutto quanto necessario a qualcuno per investire professionalità e sensibilità indispensabili nel rivestire la carica di direttore di una scuola di nazionalità italiana”.

Nel voler palesare il proprio parere personale, Furio Radin ha voluto notare che è questa l’unica vera discriminazione capitata durante il procedimento di nomina del direttore della scuola in lingua italiana di Cittanova. “Tutto il resto – ha detto – è cucina locale, politica spicciola e volontà di fomentare l’intolleranza nazionale laddove regnano in genere la convivenza e la tolleranza”.

L’ORDINE PARTITO DALLA PROCURA DI BUIE È un dato di fatto, come palesato da Radin, che la Procura di Stato di Buie ha ordinato l’interrogatorio, per nome e cognome, di almeno quindici appartenenti alla CNI, e che la polizia non ha potuto far altro che eseguire, in parallelo o subito dopo l’incontro stampa della sezione cittanovese dell’Accadizeta. “Ed è dato di fatto anche quello che – così Radin – due delle tre persone in conferenza stampa sono appartenenti alle forze di polizia. Come mai dei poliziotti – attenzione ho detto poliziotti, non la polizia che in tutto questo si comporta in maniera del tutto corretta – si occupano di politica e non del loro lavoro? Come mai la Procura di Stato reagisce così celermente, con un interrogatorio di massa degli appartenenti di una minoranza nazionale, mai visto in questi territori dai tempi della crisi triestina, ovvero dal 1954”?

DETERMINANTI I RAPPORTI INTERPERSONALI Il presidente dell’UI ritiene che, in detto caso, la signora Mariza Labinjan non sia vittima della discriminazione e ribadisce come tutto sia frutto di una cucina locale dove risultano essere più determinanti i rapporti interpersonali che l’appartenenza nazionale. La signora Labinjan, stando al parlamentare, è vittima di tutti coloro che la manipolano e quel che stupisce è il modo in cui la politica locale si è gettata addosso al caso, talmente uscita di senno da non aver avuto scrupolo di chiedere le dimissioni del ministro, che fa parte dello stesso schieramento partitico”.

TERRORIZZATO UN AMBIENTE “Tralasciando che – ha rilevato ancora Radin – si tratta di poliziotti i quali in seno alle forze dell’ordine non godono di alcun sostegno e di piccoli politici dai quali si è distanziata la loro stessa formazione partitica, resta il dato di fatto che si è finiti per terrorizzare un ambiente, una scuola, i suoi alunni e genitori e tanto non lo permetteremo. Mi riservo di informare a proposito la premier Jadranka Kosor ed anche il sostituto del ministro italiano agli Esteri che incontrerò a Trieste, perché buona parte delle persone oneste, che su ordine della Procura di Stato dovranno andare in polizia anche di domenica, per rispondere a domande assurde, sono anche cittadini italiani. Se vi è ancora spazio per la ragione, pregherei tutti quanti coinvolti in questo misero caso, di finirla di maltrattare la mia comunità, di smetterla di comportarsi come elefanti in cristalleria, e di occuparsi delle faccende per le quali sono pagati, e queste, ricorderò loro, sono la persecuzione della criminalità”.

Dalle risposte scaturite dopo le domande dei cronisti è risultato, che tra gli interrogati in questi giorni dalla polizia, figurano la presidentessa della locale Comunità degli Italiani, genitori di alunni che siedono nel comitato scolastico…

Arletta Fonio Grubiša su La Voce del Popolo dell'11 novembre 2010

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