ANVGD_cover-post-no-img

12 nov – Ranieri Ponis: De Gasperi abbandonò l’Istria

Intervento di Ranieri Ponis ospitato da Il Piccolo del 12 novembre 2010

Leggo sul «Piccolo» del 5 novembre un articolo dedicato al nuovo libro di Bruno Vespa «Il cuore e la spada». Mi ci sono soffermato sul punto che afferma: «Sarebbe stato giusto cedere ai vincitori l’Alto Adige e tenerci Istria e Dalmazia». E allora mi sono ricordato del mio intervento di qualche anno fa all’Anvgd di Bologna per presentare il libro del francescano padre Flaminio Rocchi, eminente storico, «L’esodo dei 350 mila giuliani, fiumani e dalmati». Nell’occasione avevo sottolineato che un libero plebiscito avrebbe potuto risolvere secondo il diritto internazionale il destino dell’intera Istria già nel 1947. Padre Rocchi lo dice chiaramente: «Con un plebiscito il presidente del Consiglio italiano Acide De Gasperi avrebbe potuto salvare l’Istria». Lo stesso Vespa afferma che «De Gasperi teneva molto all’area confinante con il Trentino». L’aver posto il problema in questa alternativa così cruda danneggiò la sua immagine negli ambienti giuliani. Ben a ragione, e per sempre.

L’amico carissimo mons. Gaetano Tumia mi aveva affidato il suo diario. In esso, tra l’altro, si può leggere: «1951: da qualche tempo l’on. Saragat sostiene la necessità di chiedere il referendum per salvare almeno la Zona B, da Capodistra a Cittanova (tutta l’altra parte era andata perduta a seguito del Trattato di pace, ma, in quell’occasione, la Resistenza italiana non aveva contato nulla?) Stalin stesso, allora in rotta con Tito (Risoluzione del Cominform, 1948) avrebbe sostenuto questa soluzione. Ho la possibilità di fare una veloce puntata a Selva di Val Gardena, dove De Gasperi passa qualche giorno di vacanza. Gli parlo del plebiscito, ma l’uomo di governo è fermo nella sua idea.

Non lo chiederà: per il timore, appunto, di rischiare la perdita dell’Alto Adige. Alle prossime elezioni non viene rieletto, e i suoi successori (ad eccezione dell’on. Pella) dimostreranno di avere, riguardo all’Istria, idee estremamente confuse e poco determinate». Verrà poi l’infame accordo di Osimo (1975), con il quale la madrepatria (uso di proposito la «m» minuscola) svenderà vergognosamente anche la Zona B. D’accordo: l’intera Istria è persa, ma Roma può vantarsi di aver salvato l’Alto Adige…

Questa è Storia. Triste fin che si vuole, ma purtroppo vera. Scrisse Giani Stuparich: «Giudicate voi, connazionali e stranieri, se questa nostra terra istriana non sia degna di tutto l’amore che le portiamo, non sia confondibile nel carattere della sua civiltà, e pertanto non sia delitto spartirla, soffocarla, snaturarla».

Ranieri Ponis

0 Condivisioni

Scopri i nostri Podcast

Scopri le storie dei grandi campioni Giuliano Dalmati e le relazioni politico-culturali tra l’Italia e gli Stati rivieraschi dell’Adriatico attraverso i nostri podcast.