FIUME La Croazia a due velocità, da una parte i poveri, dall’altra coloro che vivono tutto sommato bene, ha un esempio molto indicativo: in questi giorni circa 120 – 140 mila croati andranno a sciare (e spendere) all’estero, mentre contemporaneamente almeno mezzo milione di persone non riescono a onorare i propri obblighi finanziari, soprattutto le spese per l’abitazione e puntualmente sono costretti a chiedere aiuto ad organizzazioni caritatevoli. I due poli comprendono entrambi decina di migliaia di istriani e quarnerini. L’agenzia Eurobarometar ha voluto vederci chiaro su questo divario sociale ed i suoi ricercatori hanno concluso che come minimo sono mezzo milione i cittadini croati – su una popolazione complessiva di 4,5 milioni di abitanti – che fanno fatica ad arrivare a fine mese. Le difficoltà maggiori riguardano il pagamento di affitto, corrente elettrica, riscaldamento, acqua e gas, ma se la passano male anche quei nuclei famigliari oberati da mutui e dove di recente uno dei genitori è rimasto senza lavoro. Ad arrancare sono specialmente i disoccupati, le famiglie con bambini in età scolastica e infine i pensionati, specie quei nuclei che hanno visto il decesso di uno dei coniugi. In questo momento l’ammontare delle bollette inevase della corrente elettrica, e concernenti le utenze domestiche, è di 329,3 milioni di kune, pari a 44,6 milioni di euro. Rispetto all’anno scorso, l’aumento è del 20 per cento. Secondo quanto comunicato dai responsabili dell’Azienda elettrica statale, la stragrande maggioranza dei conti viene pagata dai cittadini entro un mese, mentre le aziende ci mettono tre mesi a farlo.
L’attuale debito del settore economico croato in fatto di energia elettrica è di un miliardo e 256 milioni di kune, circa 170 milioni di euro. Negli ultimi mesi è crescente il numero delle persone indigenti che si rivolgono alla Caritas, chiedendo che sia questa organizzazione umanitaria a coprire parte delle spese per corrente elettrica, acqua e gas. Su base annua, questa forma di aiuto è lievitata del 30 per cento.
Se un massiccio numero di croati non sa più come far fronte ai vari conti, un autentico esercito di almeno 120 mila persone si prepara a dirigersi verso le stazioni sciistiche per la tradizionale settimana bianca. Rispetto a dodici mesi fa, c’è addirittura un aumento di prenotazioni, con istriani, quarnerini e dalmati che confermano di prediligere le stazioni italiane, mentre i croati dell’entroterra, zagabresi in testa, amano andare a sciare in Austria e in Slovenia. In netto calo le prenotazioni per le stazioni della Bosnia ed Erzegovina, mentre i tentativi per le località bulgare non hanno dato risultati concreti. Subito dopo la notte di San Silvestro, saranno non pochi i croati che partiranno alla volta dei centri invernali, sborsando cifre elevate trattandosi di stagione alta. La grande maggioranza si metterà in moto invece l’8 gennaio, quando i costi della settimana bianca caleranno fino al 50 per cento.
Andrea Marsanich