In tempi di crisi la parola d’ordine nel paese è accorpamento già in atto nella rete dei tribunali, degli uffici postali e ora anche della dogana. Dopo il sacrificio della dogana di Sebenico che ha sollevato un’ondata di proteste, la stessa sorte si profila per quella nel maggior centro istriano. In base a quella che viene definita ristrutturazione della Direzione doganale in Croazia, la sede di Pola dal prossimo primo luglio verrà accorpata a quella di Fiume che dunque si troverà ad estendere notevolmente il territorio sotto la sua competenza. Le attuali 17 dogane regionali saranno ridotte a 7 e le rimanenti 10 verranno accorpate a quelle più vicine. L’informazione in merito è stata diffusa dal Sindacato autonomo dei doganieri della Croazia secondo il quale il caso di Pola ha sicuramente una connotazione politica, senza però fornire ulteriori spiegazioni.
Sono due le possibili chiavi di lettura: Zagabria vorrebbe punire gli istriani per il loro amore nei confronti della Dieta democratica istriana la cui alleanza con il Partito socialdemocratico ultimamente viene messa a dura prova per tutta una serie di motivi. Oppure si guarda al futuro assetto amministrativo della Croazia che prevede 5 o 6 grandi regioni al posto delle attuali 20, con l’Istria accorpata a Fiume. Il sindacato parla anche di decisione affrettata, senza una dovuta analisi della situazione sul terreno. Dal canto suo la Direzione delle dogane sul suo sito internet annuncia la ristrutturazione della rete doganale precisando che non ci saranno ripercussioni sulla sfera economica, con riferimento alle procedure di sdoganamento e neanche su quella occupazionale. Si sottolinea infatti che al momento non verranno chiusi posti di lavoro. Si aggiunge comunque che prossimamente si procederà alla definizione del numero di doganieri necessari dopo l’entrata della Croazia nell’Unione europea.
(fonte “Il Piccolo” 12 aprile 2012)