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13 giu – Raduno Dalmati e il boicottaggio dell’Unione Istriani

da IL DALMATA del maggio 2010

Ostacolato il trasporto della Brazzera in Piazza Unità, bloccata la stampa del francobollo su Zara, ritardato il lancio dei paracadutisti e un giornale di esuli nega il grande successo!

Lascia perplessi il fatto che tutte e tre le iniziative non organizzate dal Comitato del Raduno sono state deliberatamente sabotate. Ero presente nel Gabinetto del Sindaco, insieme al Segretario generale del Comune di Trieste, alcuni assessori ed i più alti funzionari amministrativi, quando il responsabile del cantiere, che aveva in consegna la Brazzera, ha assicurato che alle due del pomeriggio del 12 settembre la barca sarebbe stata presente in Piazza Unità e il Sindaco avrebbe alzato la vela e il giornalista Paolo Rumiz avrebbe dato il primo colpo di spiana. Poi, qualcuno ha sfrucugliato le autorità addette ai trasporti su strada e la Braz-zera è rimasta in cantiere con il Sindaco fuori dalle grazie di Dio ed il Raduno privato di un colpo propagandistico di sicura efficacia.

Qualcuno è poi intervenuto sulle Poste italiane che, dopo aver approntato il bozzetto e predisposto la stampa del francobollo commemorativo del 600° Anniversario dell'Atto di dedizione di Zara alla Serenissima di Venezia, hanno bloccato le rotative. Del francobollo non si è vista traccia. Si badi bene che non si trattava di una dedizione di Zara all'Italia, ma a quel composito e sovranazionale impero adriatico che Venezia aveva saputo creare.

L'ipotesi che questo francobollo avrebbe nuociuto ai buoni rapporti tra Italia e Croazia appare piuttosto azzardata, posto che gli intellettuali croati non lesinano riconoscimenti alla Serenissima, ritenuta da molti di loro la vera fucina dove nacque la lingua degli slavi del sud. E' allora perché il francobollo è stato impedito?

Qualcuno ha, inoltre, inventato di sana pianta l'esistenza di un traffico aereo militare sopra l'aeroporto di Ronchi dei Legionari, per cui l'aereo che trasportava i 10 paracadutisti è partito da Treviso con forte ritardo e forzando la situazione: non tutta la folla che gremiva Piazza Unità, battuta da un sole che sembrava agostano, ha potuto attendere l'arrivo dei paracadutisti veneti che hanno dovuto rapidamente ripartire, senza neppure fermarsi a pranzo, a causa dello sfasamento di orario. Fastidi questi non decisivi, ma non di poco conto.

Infine, il giornale dell'Unione degli Istriani ha pubblicato un articolo intitolato Ajdemo dalmati! di cui riportiamo a parte alcune perle denunciate dal nostro Sindaco Franco Luxardo che aveva concordato con Lacota una rettifica, prima rinvita per mancanza di tempo e infine mai pubblicata. Sull'argomento c'è un aspetto che può spiegare un atteggiamento cosi fortemente ostile nei nostri confronti da parte dell'Unione degli Istriani, che non è stata per fortuna seguita né dai suoi iscritti né tanto meno dalle Comunità istriane di Lorenzo Rovis che ci sono state anzi fraternamente vicine e ci hanno aiutato in ogni modo. Si è cosi evitato che qualcuno inventasse uno scontro tra istriani e dalmati, che avrebbe dovuto ulteriormente dividerci, come quello inventato tra esuli e rimasti. Il pezzo giornalistico palesemente falso e bugiardo, scritto dal giornale dell'Unione degli Istriani, è stato diffuso da qualcuno in moltissimi ambienti del Governo, degli enti locali, circoli, associazioni e partiti politici croati della Dalmazia. Perché tanto zelo? Forse qualcuno temeva che un'imponente presenza di Dalmati italiani nei teatri, nelle mostre, sulle rive ed in Piazza Unità smentisse la tesi di Tito, che aveva assicurato che non ci sarebbero stati più italiani di Dalmazia, mentre l'eliminazione di quelli di Fiume e dell'Istria sarebbe avvenuta più gradualmente?

Questa ipotesi, che ci ripugna e che speriamo venga smentita da dati reali, è però accreditata dal fatto che, nonostante l'impegno personale del Presidente Lacota con Luxardo, il giornale dell'UNI non ha mai pubblicato la rettifica concordata pur scritta in termini asettici e non polemici dal nostro Sindaco. Infatti, qualcuno avrebbe dovuto spiegare ai tanti croati tranquillizzati dal fatto che i dalmati sarebbero solo quattro gatti che non era proprio cosi e che le notizie inviate erano palesemente fasulle.

E poiché neanche noi siamo pan da far rosto, abbiamo neutralizzato i tentativi di sabotaggio con iniziative improvvisate ma efficaci. La mancanza del francobollo su Zara è stata supplita stampando in fretta e furia in edizione speciale per il Raduno il libro sugli Atti di dedizione delle città adriatiche a Venezia (oggi a disposizione in edizione normale) ed una pergamena sulla quale è stato impresso il timbro del Raduno su un francobollo stampato qualche anno fa per la Società dalmata di Storia Patria.

Il ritardo dei paracadutisti è stato contenuto in tempi tutto sommato accettabili e l'invio della pagina negazionista dell'Unione degli Istriani è stata smentita dall'invio in Dalmazia ed in Croazia di 1000 copie, oltre a quelle solite, del numero 62 del nostro giornale, quello di 64 pagine che documentano la veritiera imponenza del Raduno.

Fare questo ci è dispiaciuto, perché ha consentito ad alcuni croati di dire che la precedente diffusione di notizie che negavano la consistenza del nostro Raduno erano fatte, "dai soliti italiani machiavellici e bugiardi". Ma non avevamo scelta e dovevamo soprattutto far capire ai Lacota di turno ed a qualcuno che crede di manovrare con intelligenza le nostre cose, che i conti sugli italiani di Dalmazia si fanno con noi e non con mezze cartucce e mezzucci.

A buon intenditor, poche parole!

Dir

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