Levico (Trento)
Un luogo, dove si fa memoria delle vittime della violenza cieca e imbecille dell'uomo, profanato da mani vigliacche, sicuramente incapaci di svincolarsi dalla logica amico-nemico, incapaci di riconoscere l'altro, incapaci di aprirsi al confronto.
A Levico Terme, alcune lapidi del Giardino della Memoria sono state imbrattate, ma in modo selettivo. Sono state colpite solo quelle delle vittime dei Gulag e di chi fu gettato nelle Foibe istriane. Il messaggio è palese e lo sfregio fa ancora più male, se si pensa che il Giardino è stato voluto proprio per mantenere vivo il ricordo delle tragedie del Novecento e di tutte le vittime: ebrei, armeni, prigionieri nei Gulag, infoibati. Un atto vandalico che testimonia in modo significativo di un vuoto di memoria, di una lobotomia che non è in grado di focalizzare la grande tragedia del Novecento europeo.
Chi taccia questo giardino come il giardino dell’odio e non della memoria e non riesce a comprendere la tragedia di una politica che si nega la capacità di comprendere la natura degli uomini, di rispettarla nei suoi limiti e nelle sue debolezze, si candida a ripercorrere la stessa catena di orrori.
fonte unimondo.org