di GIAMPAOLO CREPALDI, Vescovo di Trieste
Il concerto del Maestro Muti qui a Trieste sarà certamente un evento destinato a segnare, con il carico dei suoi profondi significati, una direzione nuova per le relazioni tra Italia, Slovenia e Croazia. La chiave interpretativa la individuerei in una specie di discontinuità tra due periodi storici, quasi un voltar la pagina di una storia piena di incomprensione, di conflitto e di morte per aprirne finalmente un'altra che si intende scrivere nel segno – reso emblematico dalla partecipazione al concerto dei tre Presidenti – della reciproca comprensione, della collaborazione e di una vita futura ricca di amicizia.
Un miracolo civile reso possibile dall'arte, che richiama alla mente uno degli asserti più fortunati della riflessione teologica contemporanea che afferma essere non la razionalità politica a salvarci, ma la bellezza, con il suo esigente richiamo a scoprire e a valorizzare la nostra comune umanità prima delle specificità nazionali. E la città di Trieste, nonostante il suo doloroso e lacerante passato, potrà trovare nella promozione e nell'affermazione della bellezza, come via alla fraternità tra i popoli, le profonde ragioni della sua vocazione e della sua missione.