Caruz

13ott/16.48 – I feed back del Triangolare: Tomislav Caruz

Il mio primo contatto con l’ANVGD risale a Rimini, nel maggio 2011, quando è stato organizzato un raduno pre-Roma. Subito si è respirata l’aria di voler risvegliare dal torpore qualche dormiente di troppo. È stato un weekend ricco, condito da due piccoli tornei di calcio a 5 per i ragazzi e beach volley per le ragazze, in cui le tre gloriose squadre di Zara, Pola e Fiume cominciavano a formarsi e tornare “vive”.

 

Durante i mesi precedenti a Rimini e nell’intervallo tra Rimini e Roma non sono mancate le continue comunicazioni da parte dell’organizzazione per tenerci aggiornati sull’evento e durante lo stesso weekend di Rimini non sono mancati momenti di incontro, dibattito, discussione sul Ricordo che stavamo andando a rappresentare. Solo vivendo in prima persona questi bei raduni in cui si condividono gli stessi valori e gli stessi sentimenti, ci si rende conto di quanto sia complicato organizzare una rete così grande di contatti ed avvenimenti e di quanto sia gratificante la buona riuscita degli stessi.

 

Arrivò così Roma, tanto attesa, nel mese di settembre, dove ritrovai compagni ed “avversari” già conosciuti a Rimini. Credevo potesse rappresentare un’esperienza unica, ma non pensavo potesse restarmi così nel cuore. Noi, atleti, sistemati a Rocca di Papa con giornate organizzate, momenti liberi, seguiti ed “accuditi” dal primo all’ultimo istante; gli allenatori, scesi anche loro in campo con lo spirito giusto, hanno subito creato gruppo e infuso grinta e lealtà; i volontari e gli organizzatori, i veri protagonisti di tutto questo, sono stati dei compagni di viaggio eccezionali e mai dovremo smettere di ringraziarli.

 

Il pomeriggio di Roma allo Stadio Flaminio è stato il fiore all’occhiello, l’unica cosa visibile agli occhi di tutte le persone sugli spalti. È stato il giusto coronamento di un duro lavoro che ha fatto emozionare credo un po’ tutte le persone allo stadio. A me è scesa qualche lacrima durante l’inno di Mameli e intorno a me ho visto per tutta la durata dell’evento tanta sensibilità e gioia. La Fiumana ha vinto il torneo, meritatamente, ma quel che conta è che quel pomeriggio abbiamo vinto tutti, hanno vinto tutte le 350.000 persone che sono state costrette all’esodo, ha vinto il Cuore.

 

Io mi chiamo Tomislav ed ero uno dei pochi ragazzi a portare con me un nome croato, figlio di un giusto orgoglio croato, zaratino in particolare, di mio padre. Ho sempre vissuto in maniera un po’ distaccata la passione e l’identità di mio padre con la sua terra natia, mi son sempre sentito “solo italiano” da piccolo e quel richiamo era come se mi infastidisse un po’. Solo col tempo ho imparato a capire certe, a maturare, ad apprezzare ciò che prima, invece, mi faceva sentire diverso. Ecco perché, ora, sono ancor più orgoglioso di portare quel nome sulle spalle e di aver fatto il primo bagnetto della mia vita a 6 mesi nel mare di Zara.

 

Un abbraccio affettuoso a tutti e grazie all’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia che c’è e si fa sentire. Con il lavoro di tutti i giorni e con manifestazioni come quella organizzata a Roma sensibilizza i media e l’opinione pubblica e allo stesso tempo risveglia negli italiani il senso dell’identità e dell’unità nazionale. Siete grandi, siamo grandi, continuiamo così insieme!

 

A presto

 

Tomislav Caruz, 25 anni, da Monza, originario di Zara, A.C. Dalmazia, difensore

 

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