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14 apr – ”Report”: il mito di Sisifo

Nei flussi e riflussi della storia, la maturità dell’individuo (o la vecchiaia che a dir si voglia) si avverte in modo palese quando si ritrova a vivere situazioni e sensazioni già viste, già sperimentate, “qui come dappertutto” come nel titolo di un’opera di Osvaldo Ramous.

Ci riferiamo all’attuale crisi che è economica, politica ma soprattutto di idee e di principi, ogni occasione è buona per lanciare una caccia alle streghe e sfogare le proprie frustrazioni. Salvo giungere a degli estremi, dove ogni certezza viene messa in discussione. Vedi l’esempio di “Report”, trasmissione televisiva RAI con reputazione assodata di chiaro esempio di giornalismo di indagine. Finché non entra nello specifico che conosci come le tue tasche, è proprio il caso di dirlo, e allora il dubbio s’insinua e tutto viene capovolto. Qualche mese fa la giornalista  Giovanna Boursier intervista alcuni esponenti del mondo degli esuli, tra cui il Presidente Renzo Codarin, a conclusione del Giorno del Ricordo. Vengono raccolte testimonianze sul ruolo delle Associazioni. A qualche mese di distanza il tutto finisce in un contenitore televisivo che si sta occupando degli “enti inutili”, ovvero come si potrebbe alleggerire la spesa pubblica e destinare meglio i contributi statali.

Era questa la destinazione delle interviste fatte a febbraio? Giustamente l’ANVGD si interroga – in una nota diramata ieri – su che opinione si saranno fatti i telespettatori italiani di “Report” (puntata dell’11 aprile scorso) vedendo il servizio sul provvedimento inserito nella Finanziaria a favore delle associazioni e dei centri di studio preposti alla conservazione e alla divulgazione della memoria storica dell’italianità adriatica sia di esuli che rimasti.

Il mito di Sisifo sembra adattarsi molto bene al destino dei piccoli popoli che continuano a sperare nell’attuazione del precetto europeo del rispetto delle realtà che ne compongono l’essenza. Continuano ad appellarsi ai diritti acquisiti, alla legittimità delle loro richieste, all’alto valore del riconoscimento del contributo dato nel corso della storia alla realizzazione dei grandi progetti universali. Non serve, non basta perché la consapevolezza del rispetto diventi d’uso quotidiano. Ormai le notizie gridate, e la bava alla bocca per raggiungere l’ennesimo scoop, continuano ad avere la meglio sull’applicazione del criterio, della ragionevolezza, dell’obiettività. Con questo servizio “Report” non ha recato offesa al popolo di esuli e rimasti, considerandoli – come qualcuno ha subito dichiarato nelle numerose comunicazioni irradiate tramite internet – degli approfittatori, ha reso un cattivo servizio all’informazione e al buon senso.

Solo pochi giorni fa abbiamo scritto su queste pagine del successo di un’opera sulla “Toponomastica dell’Istria, Fiume e Dalmazia” nata con il fine di ristabilire equilibri di verità. Il cammino è lungo, ogni volta che esuli e rimasti sono costretti a fare i conti con lo stato delle cose, la meta da raggiungere sembra più lontana, speriamo non irraggiungibile ma comunque incredibilmente faticosa.

Rosanna Turcinovich Giuricin su www.arcipelagoadriatico.it

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