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14 dic – Menia: anche l’Istria nel dibattito sul Governo

di MARINA NEMETH su Il Piccolo del 14 dicembre 2010

ROMA Alla fine, è toccato proprio a Roberto Menia provare a convincere il presidente del Consiglio ad accettare l'ultima mediazione offerta dai finiani (dimissioni alla Camera in cambio della fiducia al Senato con Fli astenuta). Ma il suo invito, peraltro già bocciato in Transatlantico dagli esponenti più vicini a Berlusconi, è stato accolto in aula dai fischi e dai ”buuu” provenienti dai banchi del Pdl.

Critiche che non hanno scoraggiato l'ex sottosegretario all'Ambiente. «Secondo Berlusconi – ha proseguito impassibile il suo intervento – siamo diventati tutti improvvisamente comunisti. Chi oserà votargli la sfiducia sarà fuori dal centrodestra. Ma mi chiedo, può decidere lei chi è del centrodestra e chi non non lo è, come se si trattasse di una proprietà privata?». Un tasto, questo, sensibile per Menia, che ha rivendicato la sua identità «geneticamente anticomunista e patriottica. I miei se ne andarono dall'Istria per essere italiani liberi». «Non vogliamo ribaltoni, ma la responsabilità che chiede deve assumerla anche lei» ha chiosato, sventolando la copia di Libero con le foto dei finiani additati come traditori: «Liste di proscrizione, come ai tempi di Stalin». Quindi, dopo aver criticato i rapporti con la Russia e la Libia, ha citato «l'imbarazzante coinvolgimento di uomini del Pdl in vicende giudiziarie», «quando ero al governo sono stato tentato di dimettermi».

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