ANVGD_cover-post-no-img

14 lug – Codarin: gli Esuli sono più maturi di quanto si pensi

di PIERO RAUBER su Il Piccolo del 14 luglio 2010

TRIESTE «Trieste non è più prigioniera del suo passato, ha seppellito il Novecento. Ho avvertito un grande entusiasmo tra la folla. È un’enorme soddisfazione per un sindaco che era partito dal prendere pietre in Risiera (il riferimento è al 25 Aprile 2003, ndr) ed è arrivato al trionfo di oggi (ieri, ndr). Ho sempre giurato che avrei lavorato per la pacificazione, ci sono riuscito». Ma gli assenti? «Quelli hanno sempre torto». A Roberto Dipiazza luccicavano gli occhi, ieri, mentre se ne stava ad ossequiosa distanza dai tre presidenti che rendevano omaggio prima alla targa di via Filzi e poi a quella di piazza Libertà. Non s’è curato di quegli assenti. Una collezione non indifferente, tutta da una sola parte della barricata politica. La sua.

A parte le presenze istituzionali del sottosegretario agli Esteri Alfredo Mantica, del governatore Renzo Tondo (per il quale è «sbagliato giudicare il passato con gli occhi del presente») e dei presidenti del Consiglio regionale Edouard Ballaman e del Consiglio comunale Sergio Pacor, il centrodestra non ha praticamente preso parte al doppio omaggio pomeridiano. I berluscones sarebbero ricomparsi alla sera per il concerto, al contrario degli ex An. Assenti. Si sono affidati a una dichiarazione «all’unisono»: «È stata sprecata un’altra occasione. In nome della musica, senza se e senza ma, si poteva guardare avanti rafforzando l’amicizia dei tre popoli senza assolutamente intaccare il giudizio storico di ognuno. Invece si è voluto guardare indietro, strumentalizzando la storia, di fatto ”balkan-izzando” la manifestazione».

Il sottosegretario all’Ambiente Roberto Menia, il leader morale degli ex missini di Trieste, è rimasto a Roma. «Come un normale martedì – ha precisato – sono stato alla Camera e in Commissione al Senato, ho avuto incontri al ministero e ho fatto pure una conferenza stampa». Quella in cui ha detto, da finiano, che «Verdini e Cosentino farebbero bene a dimettersi», tanto per ricordare che lui le cose non ha paura di dirle. E infatti, ieri sera, non appena gli si chiedeva di commentare le dichiarazioni rilasciate al Piccolo dal ministro degli Esteri, Franco Frattini, Menia ha colpito duro: «La verità è ben diversa da quella che viene dipinta imbellettata. Se Frattini vuole vendere quest’evento come un successo diplomatico, faccio notare che ci siamo fatti imporre la scaletta da Lubiana, hanno deciso tutto lì. Mi sia concesso il diritto di dissentire. Doveva essere un omaggio alla città, è diventata una rivendicazione nazionalistica slovena. Il Balkan l’hanno riempito per dimostrarlo, mentre era logico che al monumentino all’esodo ci andassero pochi».

La sensazione che accomunava in effetti gli osservatori alla ripartenza dei tre presidenti da piazza Libertà era che l’accoglienza al Balkan fosse stata ben più calorosa (e numerosa). La maggior parte di quelli che erano qui, non si è trasferita di corsa lì. E viceversa. In via Filzi c’era lo stato maggiore della minoranza. Davanti alla stazione il mondo degli esuli non s’è mostrato allo stesso modo, per il dispiacere a distanza del presidente nazionale dell’Anvgd, Lucio Toth, colui che con Milos Budin aveva lanciato l’idea del compromesso poi accettato dalle diplomazie, per il quale comunque «da oggi (ieri, ndr) si può guardare indietro con serenità». Immediata la precisazione di Renzo Codarin, il capo dell’Anvgd a Trieste, prima del finale in piazza Unità: «Non c’eravamo perché ci stiamo preparando al concerto, è lì che rendiamo omaggio alla giornata. Non abbiamo nemmeno pensato di andare alla deposizione, e la Prefettura non ce l’ha neppure consigliato. Posso assicurare che gli esuli sono molto più maturi di quanto pensi qualche loro organo o qualche politico». Il riferimento, all’Unione Istriani e Menia, non è puramente casuale.

0 Condivisioni

Scopri i nostri Podcast

Scopri le storie dei grandi campioni Giuliano Dalmati e le relazioni politico-culturali tra l’Italia e gli Stati rivieraschi dell’Adriatico attraverso i nostri podcast.