Consumiamo per vivere. O viviamo per consumare? Simile a una curiosità notturna di Marzullo, il dilemma è di maggior portata. E' decisivo, anzi, per il futuro del pianeta. Non ci riguarda solo come individui – e faremmo bene a porci la domanda ogni volta che mettiamo mano alle nostre “capacità d'acquisto”, cioè al portafoglio – ma chiama a ragionamento tutti i paesi economicamente avanzati e ad alto tenore di vita. Si consuma per vivere, o si vive per consumare?
Di cibo, risorse, economia si è occupata la serata finale di Lagunamovies 2009, manifestazione gradese che sembra dedicata al cinema, mentre affronta temi più vasti e complessi, e approfitta delle pellicole per mettere letteralmente “in piatto” agli spettatori questioni che a prima vista non sembrerebbero adatte alle escursioni cinematografiche in laguna con degustazioni eno-gastronomiche, che Lagunamovies propone tra i propri appuntamenti.
Eppure, sull'isolotto di Anfora che ha ospitato quest'ultima serata, non c'era spettatore che, tra il fritto misto servito in abbondanza e i buoni vini dei Colli orientali, non si sentisse chiamato in causa dalle osservazioni sui nostri stili di vita, sollecitate con disinvoltura da Massimo Cirri (esperto di comunicazione e conduttore di Carterpillar su Rai RadioDue) e affrontate da Andrea Segrè, economista triestino dell'università di Bologna, e lussiniano d'origine. Titolo della serata, scippato con ironia a una commedia di Natalia Ginzburg, “Ti ho sprecato per allegria (ma adesso ti rigenero)”.
Che Segrè abbia nel Dna la proverbiale parsimonia degli abitanti di Lussino, non è un rilievo peregrino. Il decalogo che il professore dice si aver scoperto nelle carte dei propri avi, potrebbe trasformarsi oggi in comportamenti virtuosi i quali, applicati, farebbero di ognuno di noi un cittadino consapevole. ”Nel vestir e nel magnar, pensar all'utile, no al superfluo”. ”No viziar i fio”. “Star atenti alle luci”. “In casa no se buta via niente” e via avanti risparmiando.
Per spiegare l'intuizione del “Last Minute Market”, elaborata nella bolognese facoltà di Agraria, Segrè ha fatto diventare protagonista della serata un umile vasetto di yogurt. Quel vasetto che, prossimo alla scadenza, ma ancora “vivo” sugli scaffali della grande distribuzione, viene snobbato dagli acquirenti e diventa scarto, rifiuto, costo di smaltimento, quando invece possiede ancora le qualità del prodotto vendibile e sano. Innalzarlo a soggetto di un comportamento commerciale virtuoso, invertirne il percorso, dargli una seconda vita in circuiti fondati su un ridotto potere d'acquisto, o farne pure un dono, senza per questo ignorare le leggi di mercato è la sfida che Segrè e il suo staff bolognese continuano a lanciare da una decina di anni. E che trova spazio nel libro che l'economista ha dedicato alla proposta, “Lo spreco utile” (Pendragon Editore).
Così, mentre una pioggia improvvisa impediva la proiezione del film in programma, rifugiati assieme al pubblico sotto i gazebo, Cirri e Segrè hanno avuto tempo per affrontare incalzati dalle domande, temi gli hard discount e le quote latte, spiegandoli alla luce di comportamenti quotidiani che tutti potremo perseguire, guardano non l’ingannevole pubblicità, che ci invita a un consumo indiscriminato, ma a quei semplici comandamenti. Che i lussiniani d'un tempo avevano proficuamente adottato.
(Roberto Canziani su Il Piccolo del 15 agosto 2009)