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15 gen – Le esperienze radiofoniche del confine orientale

Radio Lubiana nasce il 28 ottobre 1928 in Slovenia-Jugoslavia con la potenza di 2,5 kW. Nel 1931 passa a 5 kW. Nel 1941 il trasmettitore viene distrutto da un bombardamento tedesco. A seguito dell’occupazione italiana di Lubiana l’EIAR—Ente Italiano Audizioni Radiofoniche vi istituisce una propria nuova sede collegata con la rete radiofonica nazionale tramite la sede di Trieste e con un nuovo trasmettitore autoportato il 3 maggio 1941 riprende l’attività dell’emittente diffondendo programmi in italiano (alcuni dei quali ripresi dalla rete ed alcuni immessi in rete) ed in sloveno, fino all’8 settembre 1943. Occupata dal comando militare germanico, la stazione viene rimessa in funzione il 14 settembre 1943 con la nuova denominazione di Radio delle Forze Armate Tedesche a Lubiana.

Radio Trieste, sede dell’EIAR—Ente Italiano Audizioni Radiofoniche, viene inaugurata il 28 ottobre 1931 con la potenza di 10 kW. Mantiene una completa autonomia fino al 10 gennaio 1932 quando viene collegata al Gruppo Nord (comprendente inizialmente le emittenti di Milano, Torino e Genova). L’8 settembre 1943 è occupata dapprima militarmente e poi civilmente dai tedeschi che la denominano Radio Litorale Adriatico. Ad eccezione dei giornali radio nazionali, che sono subito sostituiti da notiziari prodotti localmente, mette in onda parecchi altri programmi della rete nazionale, poi gradualmente ridotti per l’aumento di quelli generati localmente. La stazione diventa un importante centro di produzione. Diffonde notiziari in tedesco in collegamento con la rete germanica ed anche altri generi di programma. Dal 5 febbraio 1944 notiziari e poi anche altre rubriche in sloveno. Dal 6 marzo 1945 notiziari in russo, tutti generati localmente. Le trasmissioni cessano il 29 aprile 1945. Il 5 maggio 1945 riprendono sotto l’occupazione jugoslava. Mette in onda notiziari e vari altri programmi in italiano ed in sloveno. Il 12 giugno 1945 l’emittente passa sotto il controllo del Governo Militare Alleato. Durante il periodo dell’occupazione angloamericana svolge un’attività molto intensa, diffondendo notiziari (tutti redatti localmente sotto il controllo di personale alleato) e programmi di vari altri generi radiofonici, la maggior parte dei quali pure prodotti in sede, in italiano ed in sloveno, inizialmente alternati durante la giornata, perché irradiati dall’unico, originario trasmettitore Trieste I, ma dal 16 giugno 1946, con l’impiego di un secondo impianto trasmittente, denominato Trieste II, situato ad Udine, sostituito il 26 giugno 1947 da un altro della potenza di 2 kW, sistemato a Trieste, la stazione è in grado di mettere in onda contemporaneamente per tutto l’arco della giornata i suoi programmi nelle due lingue. Quotidiani i collegamenti di Trieste I con la rete nazionale e molto più rari quelli di Trieste II con Radio Lubiana, mentre entrambe diffondono alcune rubriche della BBC-British Broadcasting Corporation e di reti americane. La gestione angloamericana dell’emittente cessa il 26 ottobre 1954. Il suo passaggio alla RAI – Radiotelevisione Italiana non è né semplice né immediato.

Radio Zara, sede dell’EIAR—Ente Italiano Audizioni Radiofoniche, inizia l’attività a Spalato il 5 maggio 1941 (appunto come Radio Spalato), ma poco dopo viene trasferita a Zara, dove riprende il servizio il 25 giugno 1941 con la potenza di 700 W, portata a 10 kW nel 1942. Data la mancanza di un collegamento con la rete radiofonica nazionale, l’emittente, a parte la messa in onda dei notiziari nazionali ricevuti via radio, diffonde rubriche generate localmente e registrazioni di programmi artistici di complessi dell’EIAR, delle quali è dotata. Soltanto nell’ultimo periodo la stazione può usufruire di un ponte radio di collegamento fra Ancona e Zara e trasmettere così direttamente anche programmi della rete nazionale. L’11 settembre 1943 viene occupata dai tedeschi e rimane inattiva fino al 13 ottobre 1943 quando riprende il suo servizio sotto controllo germanico. Il 2 novembre 1943 il suo trasmettitore viene distrutto da un bombardamento aereo alleato e l’emittente cessa definitivamente la sua attività.

Radio Pola installata dal Governo Militare Alleato durante il breve periodo dell’occupazione militare angloamericana del capoluogo istriano inizia le trasmissioni il 4 agosto 1945 e le conclude il 13 settembre 1947 due giorni prima della partenza delle forze armate alleate e della consegna della città ai militari jugoslavi. La stazione svolge un’azione importante per informare ed intrattenere la popolazione in un momento così delicato e difficile trasmettendo in italiano ed in croato con notiziari ed altri programmi prodotti localmente e con alcuni collegamenti con la BBC e le reti statunitensi in onde medie 1485 KHz. Il 31 dicembre 1960 torna a trasmettere con una potenza di 2 kW poi limitata soltanto in modulazione di frequenza. Diffonde soltanto in croato programmi locali, oltre a quelli repubblicani (ora nazionali) di Zagabria. Il 1 luglio 1968 nasce la redazione italiana per venire incontro alle esigenze di informazione radiofonica per gli appartenenti alla CNI. Opera in FM sulle frequenze di 93.9 , 96.4 , 100.0 e 101.3 MHz e per una dozzina di ore al giorno irradia un programma locale in lingua croata all’interno del quale trovano spazio anche le realizzazioni della redazione italiana composta da: Gianni Tognon, Sonia Curto, Claudio Radin de “La voce del popolo”. Nel 1971 entrano Valmer Cusma, Italo Banco e Elis Geromella Barbalich. Inserita tra gli studi regionali della HRT (Radiotelevisione pubblica croata) l'emittente offre in lingua italiana un programma di informazioni locali ed internazionali con tre giornali radio e una trasmissione più ampia il pomeriggio. Il programma italiano ha durata di 40 minuti giornalieri suddivisi in tre fasce: 11-11,05; 14-14,05; 16,30-17,00. I contenuti: interni, esteri, regione e attivita' della CNI. La ricezione in Italia non va oltre Trieste. Nel 1985 conquista la frequenza a livello regionale sui 101,3 MHz con trasmettitore sul Monte Maggiore proprio con lo scopo di permettere la trasmissione del programma in lingua italiana su onde UKV. Il segnale copre così un territorio abitato da 500 mila persone (Istria, Fiume, Zara in parte, Karlovac, Lubiana e Trieste). Inizia le trasmissioni in lingua italiana nei primi giorni di maggio 2003 per terminare il 29 marzo 2004. Trasmette un programma con notiziario, meteo e molte conzoni Folk. La frequenza usata è di 1134 kHz. Diffusa in FM la programmazione da Pola in italiano è su 93.90 MHz (Canale di Leme), 96.40 MHz (Buie), 100.00 MHz (Pola), 101.30 (Monte Maggiore). E’ ascoltabile anche sul satellite Hot Bird 13° Est. Col satellite in chiaro ha recentemente raddoppiato la programmazione in italiano. Raggiunge tutta Europa e l'intero Mediterraneo. Per la sintonizzazione: Frequenza 12520 MHz, pol. V, symbol rate 27500 – ID: HRT HR-PULA. Ha sede in Riva 10 a Pola. Caporedattore è Valmer Cusma. Nel 2009 vanno in onda le trasmissioni giornaliere tematiche di Polapiù di altri 30 minuti. Tra i collaboratori: Tatiana Sverko Fioranti che cura la trasmissione dedicata alla musica lirica e operistica; Sandor Slacki che parla dei fatti e personaggi della cultura italiana; Italo Banco che tratta le Comunità degli Italiani, le scuole e le altre istituzioni della Cni; Romeo Cusma Pletikos che propone personaggi, usi e costumi dell'Istria; Inka Marinic e Gordana Krizman con la musica pop rock italiana; Mauro Seppi che parla di tematiche legate alle pensioni italiane erogate dall'Inps, al lavoro dei pendolari istriani in Italia e all'acquisizione della cittadinanza italiana. Tra i programmi la domenica va in onda «Ponte Adriatico» trasmissione dedicata agli istriani nel mondo curata da Nadia Giugno Signorelli; «La parola del signore» rubrica religiosa curata da Don Desiderio Staver. Celebra quarant'anni di storia il programma in lingua italiana “Con voi per voi”. Collaborano all’emittente anche Tatjana Kaštelan, Italo Branco, Sivia Celebrini e gli esterni Maurizio Rota (Umago) e Alessandro Mocenni (Milano). Vlamer Cusma dice: “L’apertura della nostra redazione, con il pieno sostegno dell’Unione degli Italiani dell’Istria e di Fiume, fu una delle pochissime concessioni del sistema comunista a favore degli italiani. Un sistema che salvo qualche piccola eccezione tendeva a ridimensionare gradatamente la voce e la cultura degli italiani di queste terre, divenuti minoranza in seguito a infausti eventi storici”. Per info: www.hrt.hr/hr/hrpula.

Radio Venezia Giulia entra in funzione a Venezia il 3 dicembre 1945 con un trasmettitore di 5 kW. E’ una stazione ufficialmente clandestina (ma, pare, indirettamente sostenuta dal Governo italiano) diretta con entusiasmo da un letterato istriano, Pier Antonio Quarantotto Gambini, per far giungere ai connazionali dell’Istria, del Carnaro e della Dalmazia che si trovavano sotto il giogo titino una voce di speranza, di conforto e anche di puntuale ed aperta denuncia dei misfatti compiuti a loro danno dalle autorità jugoslave. Esternazioni che nel delicato periodo di estrema debolezza internazionale dell’Italia non possano, ovviamente, essere affidate alle neutrali trasmissioni ufficiali della RAI. L’emittente cessa il servizio il 1° luglio 1949.

Radio Koper Capodistria, nell’ex Zona B del mai costituito Territorio Libero di Trieste, dove ha sede il Governo Militare Jugoslavo di occupazione, istituita da quest’ultimo, quale antagonista di Radio Trieste, controllata dal Governo Militare Alleato, viene inaugurata il 24 maggio 1949 con la potenza di 700 W. Passa a 6 kW nel 1951. A 20 kW nel 1965. A 100 kW nel 1972. Inizialmente trasmette alternativamente in italiano, in sloveno ed in croato (trasmissioni abolite nel 1955) per consentire le emissioni contemporanee nelle due prime lingue dal 25 maggio 1979. A ciascuna di esse viene assegnato un impianto trasmittente distinto. Quello per il programma in italiano della potenza di ben 300 kW. Ma l’atteggiamento politico delle trasmissioni della stazione jugoslava, facente parte della Radiotelevisione Slovena, si dimostra subito nei confronti dell’Italia particolarmente aggressivo, fazioso, scorretto ed ostile.

(Ruggero Righini su www.newslinet.it 6 gennaio 2010)

 

 

 

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