ROMA Dopo l’ennesima emergenza-clandestini dei giorni scorsi che ha messo a dura prova il centro di accoglienza di Lampedusa, fino a culminare in una fuga di massa, oggi il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, sarà a Tripoli per una serie di incontri bilaterali nel corso dei quali verranno discusse le misure da attuare per contenere gli sbarchi. Si torna a parlare dell’ipotesi di pattuglie miste per stroncare la tratta dei clandestini già sulle coste tunisine. Ieri, in Senato è stato intanto provato in via definitiva l’accordo firmato a Bengasi il 30 agosto scorso dal premier Berlusconi e dal leader libico Gheddafi a chiusura di un contenzioso che durava dalla fine della Seconda guerra mondiale. L'Italia finanzierà la realizzazione di infrastrutture sul territorio libico per una spesa complessiva di 5 miliardi di dollari Usa (al cambio corrente circa 4 miliardi di euro) nell'arco di 20 anni. L'esecuzione delle opere, che saranno concordate da un comitato paritetico, sarà affidata a imprese italiane. Il ddl è passato in Senato con 232 voti favorevoli (PdL, Pd e Lega), 22 contrari (fra di essi i radicali Bonino, Perduca e Poretti) e 12 astenuti.
ACCORDO ENI In qualità di principale operatore nel settore della ricerca e della coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi l’Eni dovrà versare un'addizionale all'imposta sul reddito delle società (Ires) pari al 4% dell'utile prima delle imposte. Tale addizionale è dovuta dal 31 dicembre 2008 al 31 dicembre 2028, coprendo così la durata ventennale del rimborso di 5 miliardi di dollari.
IMMIGRAZIONE Investimenti per 5 miliardi di dollari in cambio di un rinnovato impegno della Libia a collaborare nella lotta al terrorismo, alla criminalità organizzata, al traffico di stupefacenti e all'immigrazione clandestina, obiettivi peraltro già stabiliti dall'accordo del 2000, in vigore dal 22 dicembre 2002. Per contrastare l'immigrazione clandestina, è previsto un sistema di controllo delle frontiere terrestri libiche, che verrà effettuato dalla parte italiana. Il costo dell'operazione sarà per metà a carico dell'Italia, per l'altra metà sarà chiesto un concorso di spesa dell'Unione europea.
Nei 23 articoli che compongono il ddl di ratifica del Trattato di amicizia vengono chiuse una serie di partite che da alcuni decenni alimentano il contenzioso fra i due paesi.
DALL’ITALIA 200 ABITAZIONI L'Italia si impegna a realizzare alcune iniziative speciali tra le quali la costruzione di 200 abitazioni, l'assegnazione di 100 borse di studio universitarie e post-universitarie a studenti libici, la cura delle persone colpite dallo scoppio di mine in Libia presso istituti italiani, il ripristino del pagamento delle pensioni di guerra ai titolari libici e la restituzione di manoscritti e di reperti archeologici trasferiti in Italia in epoca coloniale.
150 MILIONI A ESULI ITALIANI Gli italiani espulsi dalla Libia nel 1971, dopo che il colonnello Gheddafi prese il potere con un colpo di Stato che detronizzò re Idriss, potranno tornarvi con un visto turistico, ma anche per lavoro o per altre finalità. Agli esuli dalla Libia il ddl riconosce un indennizzo complessivo di 150 milioni da corrispondere nella misura di 50 milioni all'anno dal 2009 al 2011.
MANOVRE MILITARI CONGIUNTE Con successive discipline saranno definiti i tempi e i modi per lo svolgimento di manovre congiunte e scambio di esperti e tecnici. La collaborazione in questo settore riguarda anche le industrie militari. Italia e Libia si impegnano anche a collaborare nel settore della non proliferazione delle armi di distruzione di massa e del disarmo.