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16feb12 – I 20 anni della Dieta Democratica Istriana

La Dieta democratica istriana, il partito più popolare nella regione, ha soffiato su 22 candeline. Lo schieramento regionale nacque a Pola nel giorno di San Valentino del 1990 e i tre fondatori Ivan Pauletta (primo presidente), Mario Sandric ed Elio Martincic, nel frattempo scomparso, si guadagnarono subito la simpatia di gran parte degli istriani per aver avuto il coraggio di includere nell’indirizzo programmatico l’autonomia della regione. Ai primi appuntamenti elettorali, la Dieta otteneva consensi di addirittura oltre il 70% degli elettori, proprio grazie al progetto dell’autonomia, affiancato al plurilinguismo e al rispetto delle differenti culture.

 

Poi l’autonomia venne messa nel cassetto e questo fatto assieme ad altre divergenze e attriti, ha provocato malumori e scossoni interni con conseguenti espulsioni o uscite dal partito di personaggi illustri, come gli stessi fondatori. Parallelamente a ciò lo schieramento presieduto negli ultimi 20 anni da Ivan Jakovcic ha cominciato a perdere consensi e il controllo di qualche città e comune, Umago in primo luogo. Nel suo discorso celebrativo al cospetto di 400 tra tesserati e ospiti il leader Ivan Jakovcic ha sottolineato che il progetto dell’autonomia regionale tornerà d’attualità nel momento in cui la Croazia entrerà nell’Unione europea, quindi tra poco più di un anno. Poi si è compiaciuto del fatto che in tutti questi anni la Dieta ha raggiunto due importanti obiettivi. In primo luogo ha costruito e consolidato l’identità economica, politica e culturale dell’Istria e poi ha dato un contributo prezioso all’avvicinamento della Croazia all’Ue.

 

Si è quindi compiaciuto di quella che ha definito ottima collaborazione con l’Unione Italiana e con la comunità nazionale italiana in genere. Alla Dieta va riconosciuto il merito di esser il partito più vicino agli italiani, però da più parti si ha l’impressione che negli ultimi anni Jakovcic abbiano tirato un po’ il freno nella battaglia per il bilinguismo e gli altri diritti della Cni. In molte autonomie locali gestite proprio dalla Dieta, si denotano carenze nell’attuazione dei diritti minoritari peraltro sanciti dagli statuti e dalle leggi dello stato. Se non fosse stato per il deputato della Cni Furio Radin, sull’Ipsilon istriana sicuramente non ci sarebbero i cartelli bilingui.

 

(fonte “Il Piccolo” 16 febbraio 2012)

 

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