di GIULIO GARAU su Il Piccolo del 16 gennaio 2011
«I legami di amicizia con i paesi a noi vicini, l’Italia e la Slovenia ci aiuteranno ad andare verso l’Europa e spero che ci arriveremo presto, ma in questo momento difficile per l’economia ci aiuteranno anche esempi di buon investimento come questo nella Bulgari filati che vede al suo interno la presenza e gli investimenti di italiani, sloveni e croati. Un esempio positivo di successo, di buon lavoro, di integrazione e collaborazione che sono le fondamenta della casa comune europea».
Il presidente della Repubblica di Croazia, Ivo Josipovic non ha scelto a caso la giornata di ieri per visitare la fabbrica di filati che il gruppo Aquafil ha lanciato con successo a Oroslavje da circa otto anni e che lavora in sinergia con la Julon di Lubiana. Diciannove anni fa, il 15 gennaio del 1992 la Croazia festeggiava lo storico traguardo internazionale quando l’indipendenza e la sovranità della Croazia è stata riconosciuta da dodici paesi dell’Unione europea di allora e tra questi, in prima fila, c’era l’Italia. Josipovic è presidente da poco più di un anno, appena eletto, lo scorso anno, ha subito iniziato a pigiare sull’acceleratore per raggiungere l’integrazione Ue festeggiando il diciottesimo anno della Croazia e ricordando come «il paese è diventato maggiorenne». Ieri a Oroslavje ha puntato invece sulla leva dell’economia, il nodo che lo tormenta di più.
Gentile, affabile, grande esperto di diritto ma anche compositore, tra i più rinomati non solo in Croazia ma anche all’estero (è direttore da oltre 18 anni della Biennale di Musica di Zagabria), anche se non lo dice Josipovic sta soffrendo per la «sua gente» in Croazia, un popolo che lo ama, lo rispetta e lo stima come pochi.
Ogni giorno in Croazia ci sono oltre 240 licenziamenti, il Paese è alle prese con la più grave crisi economica dal 1992, anno dell’indipendenza, a fine dicembre i senza lavoro erano 320 mila su 4 milioni e mezzo di abitanti e il tasso dei disoccupati ha sforato la barriera del 18,4%. E il presidente della Repubblica ha già iniziato apertamente a sferzare la premier, Jadranka Kosor, sia sul fronte dell’entrata nell’Ue (lei e il suo governo, ha avvertito, dovranno dimettersi se non si riuscirà a concludere come previsto entro giugno il negoziato con Bruxelles) ma anche su quello economico. «Un simile numero di disoccupati denota che il piano di rilancio varato dall’esecutivo non ha centrato gli obiettivi. Il governo dovrà fare e dare di più», ha detto pochi giorni fa. E ieri ha ribadito le sue posizioni.
Signor presidente, ha scelto una giornata speciale per fare la visita a questa azienda.
La mia visita a quest’azienda non è casuale. La data di oggi, giornata in cui festeggiamo il riconoscimento internazionale della Croazia, segna l’amicizia che c’è con l’Italia e la Slovenia, un amicizia che ci aiuterà ad andare verso la Ue e spero ci arriveremo presto.
Manca ormai poco, ma le difficoltà non mancano, anche economiche.
È un momento difficile, ma proprio per questo sono venuto qui. Perchè quest’azienda è un esempio di buon lavoro, di qualità, di ottimi rapporti con il territorio, con i sindacati, con i lavoratori. Ed è un’azienda a cui partecipano italiani, sloveni e croati. Ha tutto il meglio che un’azienda può avere, dimostra che da noi ci sono le condizioni favorevoli per fare investimenti esteri e locali, ma soprattutto per realizzare prodotti di qualità e lavorare bene con le autorità e il territorio.
Secondo lei questo modello potrà essere utile per un miglior ingresso nella Ue?
Questo esempio di impresa di successo, anche per altri investimenti stranieri, ci aiuterà ancora di più a connettere la Croazia con la Ue.
Su questo fronte, sia del percorso di adesione che economico lei ha spronato in maniera forte il governo croato di Jadranka Kosor.
Presidente e governo stanno lavorando assieme per raggiungere questi obiettivi, ma per creare una migliore situazione economica il governo dovrà lavorare ancora di più, e bene, sul fronte degli investimenti guardando agli esempi positivi come questo.
L’Italia sta supportando in maniera forte la Croazia in questo percorso di avvicinamento all’Unione europea.
L’Italia è uno dei nostri più importanti partner anche perchè alle spalle, oltre alla vicinanza, c’è una lunga storia di collaborazione. L’Italia sta sostenendo i nostri sforzi e per questo siamo molto contenti. Ma ricordo anche perchè c’è la grande connessione tra la minoranza italiana che vive in Istria e che è legata alle sue radici. Le relazioni tra i due paesi sono molto buone e anche questo deve essere d’esempio.
E ci sono anche ottime relazioni economiche.
È uno dei paesi più importanti su questo fronte grazie alla sua economia sviluppata. Ci sono moltissimi investimenti, banche assicurazioni, imprese. Su questo fronte è un partner strategico.
Chiede ancora più investimenti dall’Italia?
Si stanno preparando nuovi mercato interessanti in Croazia per incentivare nuovi investimenti stranieri e mi attendo che anche molti privati italiani troveranno molto appetibili gli incentivi e le opportunità per venire a lavorare in Croazia.