Il freddo di Bergamo, pungente, penetrante non è quello della Bora di Trieste che arriva improvviso e ti porta via. Anche la nostalgia arriva come un’onda per condurti a casa. Per i suoi studenti, Maria Elena Depetroni è una triestina trapiantata in terra lombarda, che insegna lettere e parla spesso di Pirano e dei piranesi e che qualche settimana fa li ha accompagnati a conoscere San Giusto, P.zza Unità, Basovizza, la Risiera di San Sabba e Casa Tartini dove hanno incontrato Kristjan Knez.
Certo non è facile per dei ragazzi capire una situazione così complessa ma l’approccio non fa una piega.
La incontriamo a Bergamo, questa triestina di genitori piranesi, impegnata ad organizzare un Giorno del Ricordo che è durato quasi una settimana tra incontri e presentazioni con il coinvolgimento della Provincia e del Comune ma soprattutto delle scuole dove ha voluto portare storia e testimonianze dirette, le prove dei ragazzi e un momento di eccellenza con una serata dedicata a Lucio Parenzan.
Hanno collaborato tutti, da vicino i consiglieri del Comitato ANVGD, Santa, Mario, Edo, Marisa, da lontano l’ANVGD di Roma, il CDM di Trieste, la Tv di Capodistria con un filmato su Pirano che ha commosso il pubblico e il “festeggiato” Lucio Parenzan.
La Depetroni eletta da poco alla guida del Comitato ANVGD diventa così un esempio per tanti. Il presidente Barca dopo aver mantenuta viva la tradizione giuliano-dalmata per vent’anni a Bergamo ha deciso di passare il testimone. L’ha consegnato con la consapevolezza che qualcosa sarebbe successo anche perché consapevole dello strumento incredibile rappresentato dai giovani studenti che la Depetroni sta coinvolgendo in tutta una serie di attività così come previsto dalla Legge sul Giorno del Ricordo e di quelle seconde generazioni dell’esodo che nel nuovo approccio ritrovano un possibile spazio di collocazione e collaborazione.
All’incontro con i ragazzi dell’Istituto Tecnico, Maria Elena ha trascinato Lucio Parenzan, del resto schivo, abituato a ben altre platee. Ma davanti ai ragazzi il cardiochirurgo di fama mondiale, pioniere della moderna cardiochirurgia pediatrica italiana, docente in Chirurgia Pediatria, Clinica Pediatrica e Cardiochirurgia presso l’Università di Milano, si scioglie e parla della sua infanzia in quel di Pirano.
Figlio del medico condotto ricorda soprattutto le estati fatte di mare e di libertà. Ad undici anni viene mandato in collegio, più tardi all’Università. “Mi sono laureato in due anni e mezzo” – racconta. Ma come ha fatto? “Semplice, studiavo dalle 12 alle 16 ore al giorno”. Il mormorìo della sala è eloquente, difficile tentare di misurarsi con un tale personaggio ma l’ammirazione è grande.
E’ stato per oltre 30 anni alla guida della Divisione di Cardiochirurgia presso gli Ospedali Riuniti di Bergamo – spiega la Depetroni -, nel corso dei quali ha effettuato oltre 15 mila interventi (di cui 350 trapianti cardiaci) collocandosi nella ristretta cerchia dei più impegnati e stimati cardiochirurghi in Italia e all’estero. Cittadino onorario della città di Bergamo, nel 1975 ha ricevuto la medaglia d’oro per la Sanità Pubblica quale riconoscimento dal Ministero della Sanità italiano per la specifica meritoria attività clinica e scientifica svolta nei confronti delle patologie cardiache infantili.
Tra le varie attività a sfondo sociale, Lucio Parenzan è Direttore dal 1993 dell’International Heart School con sede presso Humanitas Gavazzeni di Bergamo, sorretta dall’obiettivo di portare la cultura medica oltre i confini nazionali e rivolta prevalentemente a medici specialisti delle patologie cardiache provenienti da Paesi con gravi problemi economici e sanitari.
E’ inoltre coordinatore scientifico del Centro SALAM di cardiochirurgia costruito da Emergency a Khartoum in Sudan.
“E’ stato negli anni Ottanta – ricorda Parenzan – con il fisico Zichichi decidemmo che era giusto costruire in Africa un centro per le malattie specifiche. Oggi questi sono centri d’eccellenza. La mia collaborazione continua con Gino Strada. Siamo riusciti a trasformare l’idea di ospedali del terzo mondo, in ospedali che sono il numero uno negli interventi al cuore”.
A Pirano ritorna? “Non senza sofferenza” – risponde. Anche per i silenzi. L’esempio della Depetroni quindi è da seguire, tornare per incontrare qualcuno, in questo caso Kristjan Knez, per condividere un momento d’emozione, qualche ricordo e comunque le esperienze per il mantenimento di una cultura.
“Spesso mi sono sentito apolide” ha affermato Parenzan durante la serata in suo onore “ma questa sera mi sono commosso”. Lo dice mentre scorrono le immagini di Pirano e si chiude la serata musicale a lui dedicata e che la Depetroni ha definito “un delicato omaggio che la città di Bergamo desidera attribuire, con orgoglio, ad uno dei suoi illustri rappresentanti e a tutti gli esuli che a Bergamo vivono o sono transitati”.
Una triestinità-istrianità che emerge lontano da Trieste.
Rosanna Turcinovich Giuricin su www.arcipelagoadriatico.it
(Maria Elena Depetroni con Guido Brazzoduro e il Sindaco Roberto Bruni)
(la Depetroni si rivolge ai ragazzi)