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19 gen – Il presidente sloveno all’Altare della Patria

di MAURO MANZIN su Il Piccolo del 19 gennaio 2011

Un inchino al Tricolore, poi la salita dei gradini dell’Altare della Patria, infine in silenzio gli onori al Milite ignoto. Una cerimonia che ieri, come ha precisato il presidente della Repubblica di Slovenia, Danilo Türk in visita di Stato a Roma, ha assunto un valore ancor più particolare alla notizia della morte di un soldato italiano in Afghanistan.

Una bisaccia di buoni propositi e di amicizia è quella portata a Roma da Türk in cui ci sta tutto l’inchino al Milite ignoto, così come ci sta l’omaggio alla capitale con l’incontro con il sindaco Gianni Alemanno. Infine, dopo una lectio all’università La Sapienza su temi europei ed europeisti, l’incontro, a villa Madama, con il premier Silvio Berlusconi. Incontro che è durato molto più del previsto e che ha visto i due protagonisti sviscerare una fitta agenda politica.

Innanzitutto Türk e Berlusconi hanno voluto ribadire l’importanza di un sempre maggiore raccordo bilaterale italo-sloveno per quanto concerne le questioni europee. A questo proposito è stata riscontrata una coincidenza di vedute per quanto concerne la situazione dei Balcani occidentali e della politica dell’Ue a riguardo. A proposito, oltre al pieno appoggio all’adesione della Croazia, è stato sottolineato il fin qui fruttuoso atteggiamento della Serbia nel suo avvicinamento alle istituzioni comunitarie.

Anche il premier Berlusconi, in linea con quanto era stato espresso lunedì dal ministro degli Esteri Franco Frattini, si è detto favorevole alla nascita della macroregione europea Adriatico-ionica sulle basi di quanto fin qui elaborato dall’Iniziativa centroeuropea e dall’Iniziativa adriatico-ionica.

Un capitolo particolare dei discorsi con Turk è stato incentrato sulla comune politica nei confronti dei Paesi terzi. In primo piano sono così saliti i rapporti con la Russia. Berlusconi ha ribadito che l’Italia ha bisogno del gas di Mosca anche per diversificare le fonti di approvvigionamento concordando con la Slovenia l’importanza strategica del gasdotto Southstream anche se contemporaneamente con l’Eni si sta lavorando a un progetto in grado di equilibrare i flussi dall’Est collegandosi anche al progetto europeo del gasdotto Nabucco.

Sul piano più strettamente bilaterale se piena condivisione è stata raggiunta sul tema delle minoranze con il tavolo di confronto che si aprirà a breve tra la minoranza slovena e palazzo Chigi, un tema che resta ancora aperto e che si spera si possa risolvere nel corso della prossima conferenza interministeriale tra i due Paesi a febbraio è quello relativo al rigassificatore di Zaule. La posizione di Lubiana è quella espressa nel famoso ”no paper” che è giunto al nostro ministero dell’Ambiente. Ossia, la Slovenia chiede che l’Italia non ponga veti a una possibile realizzazione di un rigassificatore a Capodistria se ci fosse un accordo sull’impianto italiano di Zaule, posto l’inderogabile veto a quello off-shore.

Come venirne fuori? Fonti di palazzo Chigi sostengono che nella mediazione l’Italia potrebbe rinunciare all’impianto off-shore se la Slovenia farà altrettanto circa il futuribile impianto di Capodistria fermo restando valido e da attuare quello di Zaule.

Sul piano commerciale da rilevare invece come l’Italia nell’interscambio occupi il secondo posto nei confronti della Slovenia dietro solo alla Germania per un valore complessivo di 4 miliardi di euro e con un saldo positivo (dati da gennaio a settembre 2010) di 952 milioni di euro. Interscambio che segnala comunque un più 12 per cento rispetto al 2009 il che è stato letto come un timido segnale di ripresa rispetto alla crisi economica mondiale.

Türk ha potuto avere anche un rapido confronto con il governatore della Banca d’Italia Draghi sulle politiche finanziarie relative alle sinergie degli investimenti pubblici e privati mentre entrambi hanno puntualizzato come l’uscita dalla crisi sarà concretizzabile solo a fronte della riduzione del debito pubblico.

A margine c’è stato anche l’incontro tra il ministro dei Trasporti sloveno, Patrick Vlacic e il ministro alle Infrastruttire Altero Matteoli. Si è parlato di Corridoio 5 e della volontà della Slovenia di attuare il volo Belgrado-Lubiana-Roma fin qui abortito soprattutto per le riluttanze della Jat, la compagnia di bandiera serba. Da sottolineare come Vlacic abbia confermato l’interesse di Unicredit nei finanziamenti del raddoppio della linea ferroviaria Capodistria-Divaccia e di un investitore dell’Estremo oriente pronto anche a portare una linea di navi al terminal del capoluogo del Litorale. Insomma, un altro campanello di allarme per il porto di Treste che rischia concretamente di essere sorpassato a Est dalla concorrenza di Capodistria che, viste le lungaggini previste per la realizzazione del tratto del Corridoio 5 tra Venezia e Trieste, ”rischia” di essere collegata per prima ai grandi mercati del Centro Europa.

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