Il numero di Luglio 2011 della rivista illustrata «In Viaggio» (Editoriale Giorgio Mondadori / Cairo Communication) è pressoché interamente dedicato all’Istria, per gran parte al suo territorio oggi a sovranità croata e in piccola parte a Pirano, in territorio sloveno. I servizi pubblicati all’interno di questo fascicolo contengono alternativamente corrette indicazioni toponomastiche italiane (o le forme italiana e croata insieme) dei luoghi nominati, e invece citazioni nella sola versione croata. Una mancanza di sistematicità che, tra l’altro, introduce facilmente elementi di confusione nel turista italiano al quale la rivista si rivolge.
In una lettera inviata il 18 luglio al direttore di «In Viaggio», Andrea Biavardi, la Sede nazionale Anvgd ha rilevato sia lo squilibrio nell’uso della toponomastica, sia l’assenza di qualunque riferimento alla presenza italiana di antico insediamento storico in quel territorio, «fortemente caratterizzato – si legge nella nota – da una plurisecolare e prevalente presenza italiana autoctona, frutto dell’evoluzione storica dalla latinità classica alla Repubblica di Venezia ed operosa per tutto il periodo della sovranità esercitata dall’Austria-Ungheria, terminata con l’annessione all’Italia dell’Istria, di Fiume e di Zara dopo la Prima guerra mondiale e in forza di trattati internazionali».
La prevalente identità latina, veneziana ed italiana dell’Adriatico orientale – prosegue la Sede nazionale Anvgd – ha plasmato il paesaggio architettonico ed artistico, gli usi e i costumi e non in ultimo il dialetto, dei luoghi e della popolazione […], quegli italiani che le vicende del secondo conflitto mondiale e il trattato di pace del 1947 – che sanciva la cessione di quei territori all’ex Jugoslavia di Tito – hanno costretto all’esodo, in Italia e nel resto del mondo; per altro verso, è rimasta nei luoghi di origine, pur sotto altra sovranità e soggetta prima al regime totalitario titoista poi al regime nazionalista di Tudjman, una residua comunità italiana che testimonia oggi l’antica presenza, accanto a quanto possono con tutta evidenza raccontare i monumenti d’arte dei quali tutta la regione è straordinariamente ricca».
«È evidente che una rivista di turismo non può assumersi l’onere di compilare un trattato di storia, ma un riquadro dedicato alla memoria latina, veneziana e italiana dei luoghi citati avrebbe permesso ai lettori di comprendere appieno la ragione di uno stile, prettamente veneziano e italiano, delle città toccate dal servizio, ed avrebbe reso un omaggio ai connazionali, esuli e non, che la legge istitutiva (L. n. 92/2004) del «Giorno del Ricordo dell’esodo e delle Foibe» (10 Febbraio di ogni anno) ha restituito alla memoria dell’Italia […]». «[…] Alle isole di Cherso, di Arbe, di Veglia, di Curzola, di Lésina, di Brazza, di Pago, di Ugliano e di Lissa viene attribuito il solo toponimo croato; ma ancora più rilevanti sono le omissioni sulle denominazioni originarie di Ragusa di Dalmazia (l’attuale Dubrovnik) e di Traù (qui esclusivamente Trogir), note nella storia dell’arte dell’Umanesimo e del Rinascimento con i nomi che ebbero per molti secoli, al pari delle altre località citate. Se non si fa pur breve menzione della cornice storica entro cui questi luoghi hanno maturato la bellezza che li caratterizza, al viaggiatore sfuggirà il senso dello “stile veneziano” più volte rilevato e citato nei servizi di questo numero di “In Viaggio”: perché non di stile posticcio si tratta, ma di autentico elaborato culturale dell’Istria, del Quarnero e della Dalmazia nella loro millenaria e costante interazione con la Penisola italiana.
Un patrimonio storico, culturale, civile che gran parte dell’Italia ancora ignora, colpevolmente, ma al quale il Capo dello Stato renderà un ulteriore omaggio il prossimo 3 settembre a Pola, dove incontrerà una qualificata delegazione delle associazioni giuliano-dalmate dell’esodo e della comunità italiana rimasta nei territori oggi a sovranità slovena e croata».
Anvgd Sede nazionale